Nel 2020 il Milan voleva Rangnick come tecnico e manager: non se ne fece nulla ed arrivò la svolta.
Questa sera a Salisburgo il Milan guarderà allo specchio un modello che avrebbe potuto essere suo solo due anni fa. Non sarà solo un confronto già fondamentale per il secondo posto nel girone di Champions League, ma anche un parallelo con due approcci ricchi di punti di contatto. Un sistema di calcio che è stato ideato e plasmato soprattutto da Ralf Rangnick, l’uomo a cui la multinazionale austriaca aveva affidato il compito di sviluppare una squadra capace di competere anche in Europa.
Il destino – Nel 2020 Milan aveva contattato proprio Rangnick per affidargli la squadra. L’idea era quella di portare a Milanello un allenatore-manager in grado di allestire un gruppo giovane e dinamico per tornare in alto, ma poi le cose sono cambiate. Il club meneghino ha deciso di proseguire con Stefano Pioli, costruendo la sua versione del modello RedBull con le forze già in organigramma: Maldini, Massara e il gruppo scout guidato da Moncada. Il risultato è stato quello di forgiare una formazione dall’età media bassissima in grado di tornare in Champions League nel 2021 e conquistare lo Scudetto. Lo riferisce Tuttosport.