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Leao: “100 milioni? Il mio valore reale è un’altra cosa. Vi spiego il significato dello ‘spirito del surfista'”

Un’intervista diversa dalle solite perché focalizzata su temi perlopiù extracalcistici quella rilasciata da Rafael Leao ai microfoni di Login, mensile del Corriere della Sera dedicato a innovazione e tecnologia.

Sul suo valore di mercato che sfiora i 100 milioni: “Per carità, quella è una cosa a cui non penso. Il mio valore reale è un’altra cosa. Dio mi ha regalato il talento e io devo esserne grato e continuare a lavorare duro per non sprecarlo“.

Sul milione di followers su Instagram (@iamrafaeleao93): “Ammetto che fa piacere. È anzi un onore essere un esempio per i più giovani che magari mi seguono per il mio modo di essere o perché gli piacciono i contenuti che posto. Ma sono un calciatore, un attaccante e quindi i numeri che mi fanno più felice sono quelli del campo“.

Sulla strategia digitale per coinvolgere i tifosi: “Il Milan è un grandissimo club con oltre 500 milioni di tifosi, il vero elemento fondamentale del calcio. Trovo giusto cercare di coinvolgere ed emozionare ciascuno di loro, sono felice di questo lavoro di contatto, e della crescita che stiamo facendo in questo senso. I canali digitali permettono ai nostri fan di sentirsi vicini alla squadra e ai propri calciatori preferiti, in ogni momento“.

Sul suo essere d’esempio per le nuove generazioni: “Sono orgoglioso di questo. Sono ancora giovane e so che devo crescere sotto tutti i punti di vista. Però pensare di essere considerato un esempio per i più giovani certamente mi rende molto felice. Ma è anche una responsabilità, una cosa da tenere bene a mente ogni giornoBisogna affrontare le cose che ti capitano con determinazione e quello che chiamo lo ‘spirito del surfista’: se non riesci a cavalcare un’onda, sai che dopo ne arriva un’altra e allora bisogna farsi trovare pronti. Il calcio ha le stesse radici della vita: bisogna essere consapevoli delle proprie forze e continuare a lavorare per migliorarsi. Sempre“.

Sul suo marchio di abbigliamento ‘Son Is Son’ ed il suo attaccamento alle radici: “Per me la famiglia è la cosa più importante. Quello che faccio in campo voglio trasmetterlo a loro, voglio fare bene per loro. Il rapporto con mia mamma è speciale. Mio papà è una persona diversa, vuole che faccia le cose giuste. Sono molto legato, e con il primo stipendio ho comprato subito la casa per loro“.

Sulla sua passione musicale: “Mi piace molto rappare e penso che quando finirò la mia carriera di calciatore potrei fare quello, nella vita. Per ora è un passatempo e basta: faccio trap, ma parlo soprattutto della mia vita, dei sacrifici per arrivare fin qui. Pensieri che condivido anche con Cabral, una presenza fissa nella mia vita. Ecco, l’amicizia è un altro valore importantissimo, anche in quello che fai: nel calcio ho molti amici, nel Milan e anche in altre squadre. Questo crea gruppo, unità di intenti e anche di valori. E sono orgoglioso di essere in un club molto attento a temi di responsabilità sociale, che ha fatto tanto per promuovere l’equità, l’uguaglianza e l’inclusività attraverso gli esempi positivi dello sport“.

La spiegazione del suo nome d’arte ‘Way 45’: “Tante persone me lo chiedono: 45 è il codice postale della mia regione in Portogallo, mentre Way è il cammino, quindi è un po’ una connessione tra le mie origini e la strada che sto percorrendo. Il Bairro de Jamaica, dove sono nato, è tutto per me: è lì che ho cominciato a giocare, che ho la mia famiglia, i miei amici, le persone più importanti. È il mio cuore“.

L’importanza dei social network secondo Rafael Leao: “Forse la differenza la vede più chi non è nativo digitale, per noi è normale mantenere rapporti reali e virtuali. L’utilizzo dei social network è anche di grande utilità, mi permettono di rimanere in contatto con la mia famiglia e i miei amici e vedere, anche se attraverso uno schermo, le persone a cui voglio bene. Mia mamma mi videochiama tutti i giorni, per esempio. Anche se spesso vuole solo sapere se ho mangiato bene“.

Sulla differenza tra gli stadi vuoti e quelli pieni: “Il calcio senza tifosi è un’altra cosa, non c’è altro da aggiungere. Quest’anno a San Siro è venuto a sostenerci oltre un milione di persone totali, senza considerare quante volte in trasferta era come giocare in casa: a Reggio Emilia, nella gara decisiva, sembrava di essere a Milano. Credo che le emozioni che regala un evento come una partita di calcio reale, dal vivo, siano imparagonabili. E poi la marea di gente che ci ha accolti al nostro ritorno in città e il giorno dopo nella parata col pullman scoperto. No, le sensazioni che si provano nella vita reale sono un’altra cosa!“.

Milan: Davide Calabria, Rafael Leao (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Davide Calabria, Rafael Leao (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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