Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Ecco perché fin qui la stagione di Rafael Leao è stata più che deludente. Non solo i numeri esigui arrivati quasi a metà annata (4 gol e 5 assist in 19 partite), ma anche le prestazioni ad intermittenza e un eccessivo nervosismo, come visto a Salerno.
Il ricco rinnovo di contratto che lo ha reso il giocatore più pagato della rosa del Milan è anche una prova inequivocabile: è e dev’essere la stella della squadra. Una stella che brilla sempre, ma non solo di luce propria. Come sottolinea Gazzetta.it, i meriti sono in gran parte suoi per quanto mostrato in questi anni rossoneri. Le aspettative su di lui e sulla squadra sono cresciute di pari passo e, così come la squadra, finora sta rendendo meno di quanto si pensasse ad agosto.
Avere a Natale lo stesso numero di gol di Tomori, Jovic e Okafor in campionato non è un buon biglietto da visita, calcolando che i due attaccanti messi insieme non raggiungono il suo minutaggio. Com’era andata nelle scorse stagioni arrivati a questo periodo dell’anno? A Natale 2019 aveva fatto un solo gol, nel 2020 era a quota 3, nel 2021 ne aveva fatti 4, mentre nel 2022 a quota 6.
L’aggravante? L’ultima rete in Serie A risale al 23 settembre contro l’Hellas Verona. Alibi? Il mese di stop per una lesione muscolare. L’aspetto mentale è un altro aspetto molto delicato: secondo la Rosea, c’è chi racconta che il portoghese faccia fatica a ritrovarsi in un Milan sceso di livello in termini di risultati sul campo rispetto alle ultime due stagioni, mentre altri lo indicano come uno degli “orfani” di Maldini. Insomma: l’inizio di 2024 di Leao dovrà essere migliore della fine del 2023. Altrimenti saranno guai per il Milan.