Il Milan è ripartito, nella giornata di ieri, dalla sfida amichevole contro l’Arsenal in occasione della Dubai Super Cup, per preparare la seconda importantissima fetta di stagione. La squadra di Stefano Pioli sarà chiamata a recuperare gli otto punti di distacco dal Napoli, senza perdere di vista l’impegno in Champions League, con gli ottavi di finale da disputare contro il Tottenham.

A richiamare l’attenzione, seppur per brevi tratti e senza strafare, è la presenza al centro dell’attacco da parte di Marko Lazetic, sceso in campo per circa trenta minuti contro i Ganners. Qualche sportellata con i difensori, buon lavoro spalle alla porta, tentativi di imbucate verso i compagini che però non si sono concretizzati in gol. Fino alla ciliegina finale, il calcio di rigore trasformato col cucchiaio.

È presto – ovviamente – per parlare del centravanti croato per quanto concerne la Prima squadra, ma il ragazzone classe 2004 possiede già un anno di calcio italiano giocato alle spalle (seppur in Primavera), e con tutta la pazienza del mondo può diventare concretamente importante all’interno del Milan del prossimo futuro. Pazienza, appunto. Quella che il club di Via Aldo Rossi dovrà avere per fare crescere il proprio gioiellino prima di lanciarlo definitivamente. Quella pazienza che il Diavolo, per diversi motivi, non ha mai avuto, e forse non ha mai potuto avere in passato con i vecchi centravanti: André Silva e Cutrone, per fare qualche nome.

Marko Lazetic ha tutte le caratteristiche, fisiche e mentali, per diventare il 9 del futuro, e raccogliere il testimone che presto (magari non troppo, appunto) passerà Olivier Giroud. Cattiveria, fisico, consapevolezza. Il paragone con Dusan Vlahovic è probabilmente ancora affrettato, nonostante la grossa statura e la Nazionalità in comune. Ma sotto l’ala di Stefano Pioli, l’uomo che ha lanciato proprio Vlahovic tra i grandi ai tempi della Fiorentina, può nascere qualcosa di importante, soprattutto perché il Milan ha finalmente la possibilità di poter attendere la definitiva esplosione di un attaccante che già conosce le dinamiche della prima squadra, nonostante l’anagrafica reciti (soltanto) 2004.