“Passiamo alle cose formali”. Come dimenticare questa fatidica frase espressa da Fassone e Mirabelli, partiti con l’obiettivo e l’ambizione (troppo grande) di riportare il Milan in alto, ma finendo per rischiare di mandare il club in bancarotta nell’era Yonghong Li.
Dopo gli addii di Calhanoglu e Donnarumma – con quest’ultimo che ha rinnovato il proprio contratto sotto la guida dell’ex duo dirigenziale – si prepara all’addio anche l’ultimo superstite di quella folle compagna acquisti: Franck Kessie.
La fine del ciclo
L’oramai prossimo saluto di Franck Kessie, che potrebbe firmare il nuovo contratto con il Barcellona, lasciando quindi il Milan a costo zero, può chiudere definitivamente il cerchio inerente alla campagna acquisti 2017. In quella clamorosa estate, furono spesi dal club rossonero 230 milioni di euro, a fronte di cessioni da circa 50 milioni. Tanti, troppi investimenti, che hanno totalmente rivoluzionato la squadra allenata allora da Vincenzo Montella, ma senza raggiungere nessun vero obiettivo. Anzi…
Paradossalmente e per fortuna, il calcio di oggi continua ad insegnare (come successo in queste settimane) che squadre come, ad esempio, il Paris Saint-Germain di Messi, Mbappe, Neymar e compagnia cantando, non riesca a superare gli ottavi di finale della competizione per club più importante al mondo: non sono potere e denaro a fare la differenza. Il Milan di oggi è totalmente diverso da quello della famosa coppia Fassone-Mirabelli, per tanti motivi, in cui – su tutti – spicca la crescita della squadra inversamente proporzionale agli investimenti.
Quello che vediamo adesso è un Milan tutt’altro che spendaccione, che poggia le proprie basi sulla coesione di società e di squadra, sul lavoro di un grande allenatore, sulla voglia di stare insieme, che porta i rossoneri oggi in vetta alla classifica, nonostante questa non sia la squadra più forte del nostro campionato.
E mentre l’ultimo della folle e sfrenata campagna acquisti dell’estate 2017 si appresta a salutare il Milan come peggio non potrebbe fare, il club pensa già già al futuro. Un futuro roseo, che prevede soltanto di raggiungere gli obiettivi, passo dopo passo, con gli uomini giusti e pronti a sacrificarsi per questi colori: dirigenza, allenatore, calciatori. Tutti, insieme.
Il ciclo si chiude, finalmente.