HomePrimo PianoKalulu: "Champions difficile, ma appartiene all'identità del Milan. Nuovo stadio? Spero di...

Kalulu: “Champions difficile, ma appartiene all’identità del Milan. Nuovo stadio? Spero di vederlo prima di andarmene. E sul mio arrivo…”

Pierre Kalulu ha rilasciato un’intervista ai microfoni del quotidiano la Repubblica nella quale ha parlato di tanti aspetti della sua vita, sia professionale che personale. Ecco le dichiarazioni del difensore francese in forza al Milan.

Le percentuali della sua famiglia: “Per Aldo, il mio fratello maggiore, attaccante, promozione in Ligue 1 col Sochaux al 75%. Per Gédéon, difensore come me, le coppe col Lorient al 50%. Il più piccolo, Joseph, intanto è in quarta divisione col Saint-Priest. Una sportiva è anche nostra sorella Claudette: ha 20 anni, è un’ottima nuotatrice. Per Pierre? Qualificazione alla prossima Champions col Milan al 98%“.

Sulla Champions attuale: “Sarà difficile in casa del Tottenham, ma è un torneo che appartiene all’identità del Milan. Tutte le italiane ai quarti? Non sarebbe una sorpresa: quelle contro Napoli e Inter sono sempre le partite più europee“.

Sulla difesa a tre: “Io non sono cresciuto in Italia, parlerei di gioco moderno, offensivo, di molta corsa, di intensità nei duelli: 20’ di Champions sono più intensi“.

Sulla Serie A come campionato più tattico al mondo: “Dipende da chi affronti, però è vero che gli allenatori fanno più attenzione all’aspetto difensivo. In Francia si difende più in blocco, qui più individualmente, uno contro uno, il che a volte è più rischioso. Differenza con la Premier? Quando affronti le inglesi, ti senti allo stesso livello ma il ritmo deve essere più alto, è tutto più veloce, cambia il tempo effettivo e sul campo lo senti. Quanto ai soldi, aiutano, ma non è il prezzo che fa il talento“.

Sulla sua mancata convocazione al Mondiale: “Le scelte del ct vanno rispettate. La delusione è naturale: il Mondiale è la cosa più importante e farò di tutto per essere al prossimo. Sono francese e sono stato il primo tifoso della Francia, peccato che sia finita ai rigori con l’Argentina“.

Sulla scelta del fratello Gédéon di giocare per il Congo: “Io sono stato chiamato fin da piccolo dalla Francia e anche se non ho debuttato in nazionale maggiore il problema non si è posto. Di Gédéon sono contento: in famiglia tifiamo tutti per lui“.

Sul rapporto stretto anche nel mondo del calcio con la famiglia: “Ora che sono adulto, vedo che questo ha fatto la differenza: essere seguito da papà e mamma, quanti sacrifici hanno fatto per noi. Li vedevo sugli spalti, era una spinta in più: volevo fossero fieri di me. Mio padre era allenatore di squadre scolastiche? E professore di storia. La sua frase classica, ‘chi osa vince’, l’abbiamo subito imparata a memoria. Io andavo bene a scuola, ho preso la maturità economico-sociale un anno prima. Preferivo le materie sociali e la storia, amo molto leggere. Quando guardo la quantità di libri che ho letto, mi chiedo come ho fatto. Preferiti? I gialli di Agatha Christie, mi piace l’ispettore Poirot. E poi la storia. Appena torno a casa, guardo i video di ‘Nota bene’, su personaggi e avvenimenti“.

Sulla strage dei migranti in mare: “Anche se hai avuto la fortuna di non vivere certe situazioni, queste notizie sono un colpo al cuore. Chi è disposto a rischiare la vita evidentemente non ha scelta,perché l’istinto umano è di vivere. Io penso che si debba aiutare chi ha più bisogno, sono cresciuto così. Non si può fare una classifica della sofferenza: bisogna provare ad aiutare sempre“.

Sulla sua intelligenza tattica al servizio della squadra: “Da bambino ero già difensore o mezzala, e forse avevo già la dote di pensare in anticipo le giocate. L’altra era l’orgoglio. Ricordo il mio primo gol in A, col Genoa: conosco il mio livello, le mie qualità. Avevo fatto un errore non da me, dovevo dimostrare di più. L’eleganza in campo? Colpa della mamma, mi ha insegnato a presentarmi bene. Mi piacciono la moda, lo stile, essere originale“.

Sul suo approdo al Milan: “Ero in seconda squadra al Lione. Maldini e Massara, in videochiamata, mi dissero cose entusiastiche sul mio modo di giocare: poteva dirmele solo chi mi aveva osservato a lungo. Questo mi ha lusingato. Per quanto facessi finta di niente, era molto bello: mi dissero che il Milan mi avrebbe aspettato 2 mesi, 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo. Tony Parker e il tentativo di farmi restare? Nel frattempo arriva una chiamata da un numero USA, non rispondo, pensavo a un errore. Poi una videochiamata, penso di avere le allucinazioni. Alla terza c’è il colloquio, tre quarti d’ora. Lui mi dice: conosco il tuo talento, la scelta è tua. Avere il suo numero in agenda non è da tutti. Al Milan solo per 480mila euro? La cifra non mi ha mai condizionato, quei soldi non sono finiti nelle mie tasche e non sta a me dire se qualcuno ha fatto un colpo e qualcun altro un errore. Però sono orgoglioso di essermi dimostrato più forte di quanto la gente pensasse“.

Sul problemi giovani per l’Italia: “La cosa più strana è che voi italiani siete forse il popolo che ama il calcio di più, eppure questo non si riflette sui bambini. I ragazzi francesi giocano ovunque, non c’è paura di lanciare i giovani e loro non hanno paura di andare via. Kolo Muani in Ligue 1 giocava per salvarsi ed è andato in Germania. Poi certo uno come Mbappe è un grande traino, una luce“.

Sulla scelta di vivere a Varese: “Per dormire di più e recuperare meglio: è più vicina a Milanello“.

Sulla sua generazione e l’uso dei social: “Sono esagerati, nel bene e nel male. Il male è che spesso lo si fa senza preoccuparsene. Ma è il mondo, dei social non si può fare a meno: danno alla gente la percezione di noi“.

Sul nuovo stadio di Milano: “A Lione si è passati dal vecchio Gerland a uno stadio futuristico. San Siro è diverso, ma se il club decide di abbandonarlo, vuol dire che ne abbiamo bisogno. Se ce ne sarà uno nuovo, spero di vederlo prima di lasciare Milano“.

Sulle parole di Mbappe verso l’Italia e il Milan: “E chi non lo vorrebbe?“.

Su Lione, fucina di talenti calcistici (Fekir, Gonalons, Lacazette, Caqueret, Cherki, Benzema: “Il talento, ce n’è davvero un sacco. Abbiamo già un Pallone d’Oro: poche città possono dire lo stesso“.

Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Pierre Kalulu (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Altre notizie

Gabbia all’intervallo: “Ora serviranno attenzione e concentrazione: negli spogliatoi studieremo con vincere questa partita”

Così Matteo Gabbia ai microfoni di DAZN all'intervallo di Juventus-Milan: "Il colpo alla testa ha...

Juventus-Milan, Musah ammonito ed era diffidato: salterà la gara contro il Genoa

Nel corso del primo tempo tra Juventus e Milan allo Stadium, Musah commette fallo...

Juventus-Milan, problema nel riscaldamento per Maignan: gioca Sportiello

A pochi istanti dall'inizio di Juventus-Milan, 34ª giornata di Serie A, c'è una novità di formazione....

MP LIVE – Serie A, Juventus-Milan 0-0: comincia il secondo tempo

Dopo lo scudetto dell'Inter conquistato al derby, Milan e Juventus si giocano il secondo...

Ultim'ora

Gabbia all’intervallo: “Ora serviranno attenzione e concentrazione: negli spogliatoi studieremo con vincere questa partita”

Così Matteo Gabbia ai microfoni di DAZN all'intervallo di Juventus-Milan: "Il colpo alla testa ha...

Juventus-Milan, Musah ammonito ed era diffidato: salterà la gara contro il Genoa

Nel corso del primo tempo tra Juventus e Milan allo Stadium, Musah commette fallo...

Juventus-Milan, problema nel riscaldamento per Maignan: gioca Sportiello

A pochi istanti dall'inizio di Juventus-Milan, 34ª giornata di Serie A, c'è una novità di formazione....