Milan-Torino, terminata con la vittoria dei rossoneri, è solo l’ennesimo tassello di un diavolo che non sente assolutamente il bisogno di fermarsi. La squadra ha fame di vittorie, ancora di più con il peso delle assenze, che si fanno sentire, ma senza abbattere la compattezza della squadra.
Ancora una volta, così come accaduto lo scorso week-end, il Milan si ritrova con serenità nell’allenamento mattutino, conscio di aver conquistato i 3 punti, e di poter osservare con tranquillità le gare delle altre pretendenti. La squadra di Pioli torna in vetta alla classifica, da sola, almeno per 48 ore, in attesa del Napoli. I numeri sono da capogiro, nelle prime dieci giornate 9 vittorie e un pareggio, contro la Juve. I tifosi, però, rimangono con i piedi per terra, perché anche l’anno scorso ci fu una partenza fulminea, con 26 punti, (mentre ora sono 28), ma alla fine fu l’Inter a vincere il campionato. Qual è il motivo principale? Sicuramente, tra questi, vi sono i tanti punti persi in casa. Spesso, nelle mura amiche, il Milan non è riuscito ad ottenere il bottino pieno, soprattutto contro avversarie molto fisiche, che chiudevano ogni spazio, occludendo il talento dei rossoneri.
L’inversione di tendenza
Quest’anno il diavolo ha – finora – fatto 5 su 5 al Meazza, tutte in maniera diversa: Spicca la gara con la Lazio per la decisione in cui è arrivata, il pressing alto e per aver surclassato i laziali dal punto di vista del gioco. Poi Venezia, con i cambi di Pioli, Cagliari con agilità, mentre contro l’Hellas Verona con una rimonta indimenticabile, quando le forze sembravano non esserci, ma il calore del pubblico ha spinto la squadra ad una reazione. Infine, il match di ieri, con il Torino in grande spolvero, in una gara molto sofferta, vinta di misura, grazie alla zampata di Olivier Giroud, che sigla la sua 4 rete in tre gare a San Siro.
La verità, è che quest’anno, pur con gli infortuni, Pioli ha tantissime armi da sferrare, contro ogni tipo di avversario. L’importanza di avere nel proprio roster attaccanti del calibro di Ibrahimovic e Giroud, che spesso risolvono le gare da soli, toccando pochi palloni. Perché paragonando la scorsa stagione, a quella attuale, l’inversione di tendenza pare certa.
Il mister ha toccato le 100 panchine in rossonero, con un gioco rivoluzionario e divertente, con un carisma che non si vedeva da anni a Milanello, e quell’identità che ormai contraddistingue la squadra. Il gruppo è forte e si sente forte, ed in casa, con migliaia di supporters al loro fianco, ancora di più. È arrivato forse il momento di pensare a vincere qualcosa di importante, perché per fare la storia contano sempre i trofei, e questi ragazzi lo meritano.
