Martedì sarebbe dovuto essere il giorno della presentazione del “Docfap” (documento di fattibilità delle alternative progettuali) per l’acquisto dell’area di San Siro da parte di Milan e Inter, ma così non è stato. Nemmeno ieri è arrivato il dossier a Palazzo Marino. Perché? Un piccolo intoppo che riguarda una clausola che non mette d’accordo le due proprietà, RedBird e Oaktree.
Lo stop è arrivato direttamente da loro, mentre i rappresentanti italiani dei due club avevano già approvato ed erano pronti a diffondere i comunicati stampa dopo l’invio del documento al Comune di Milano. A raccontarlo sono i principali quotidiani nazionali, dal Corriere della Sera a la Repubblica, passando anche per la Gazzetta dello Sport.
Di che tipo di clausola si tratta? Riguarda l’ipotesi che uno dei due club si tiri indietro durante l’avanzamento dell’iter del progetto. L’intesa dev’essere trovata sulla formulazione, se sancire solo il principio generale o specificare le varie opzioni. L’Inter vuole evitare che il Milan si sfili avendo sul tavolo anche l’idea San Donato, il Milan vuole evitare che si sfili l’Inter dopo aver abbandonato anche San Donato. La complicazione dovrebbe comunque essere risolta in tempi ragionevoli e dovrebbe essere trovato un compromesso. Nel frattempo i tempi si allungano, ma non potranno dilatarsi troppo perché in autunno il secondo anello compirà 70 anni e, qualora San Siro rimanesse di proprietà del Comune, sarebbe sottoposto a vincoli maggiori.
Secondo la Gazzetta dello Sport ci sarebbero altre due questioni da risolvere. La prima riguarda l’eventuale cambio di proprietà di una delle due società durante i lavori, la seconda riguarda la proprietà intellettuale del progetto del nuovo stadio di San Siro.
