La Serie A è tornata in mano alle grandi, anzi alle grandissime. Erano ben diciotto anni che Milan, Inter e Juventus non erano tutte e tre lassù. Come evidenzia stamane La Gazzetta dello Sport, correva la stagione 2002-03, quando l’Italia dominava in Europa portando in semifinale di Champions le tre big, con Maldini ad alzare la coppa a Manchester. In A, dopo dieci giornate, comandava la Juventus, seguita da Inter e Milan: un trio racchiuso in due punti. Oggi sorride il Diavolo, a +5 sui nerazzurri, e +6 su Juventus e Napoli.
Gli impegni europei di metà settimana chiuderanno la prima fase del trio nelle coppe, poi ci si potrà concentrare sul campionato fino a febbraio. L’Inter è l’unica che potrebbe potenzialmente accusare contraccolpi: a differenza di Pioli e Pirlo, già qualificati, Conte si giocherà tutto mercoledì contro lo Shakhtar. Andare avanti regalerebbe ovviamente entusiasmo anche in chiave scudetto, mentre un’eliminazione rischierebbe di abbattere il morale. La partita con gli ucraini succhierà energie preziose in vista di Cagliari. La Juve farà visita al Genoa dopo Barcellona, mentre il Milan si affaccerà al Parma con gli uomini chiave riposati.
Il Milan ha sulle gambe una stagione già più impegnativa di quella dei rivali a causa dei tre preliminari di Europa League e gestire le energie fisiche sarà fondamentale. Come determinante sarà dosare Ibra senza rischiare di spremerlo. Per la capolista, le insidie sotto
l’albero si chiamano Sassuolo e Lazio: incroci pericolosi ma alla portata, specie con un Ibra. Inter e Juve proveranno ad approfittare degli eventuali passi falsi, ma prima dovranno superare due test delicatissimi, entrambi alla 12a giornata: Conte farà visita al Napoli di Gattuso, Pirlo si misurerà allo Stadium contro l’Atalanta. Con un calendario così bilanciato, c’è aria di equilibrio fino a fine anno.
La sfida dei bomber riflette quella dei club: sarà una delle chiavi per leggere la volata in cima, ma non l’unica. Perché, a chi pensava che il Diavolo patisse le pene dell’inferno senza
Ibrahimovic, i giovani di Pioli hanno risposto di saper vincere anche senza i suoi gol. Sono Inter e Juventus, più attrezzate quanto a ricchezza in rosa, ad aver paradossalmente sofferto di più quando hanno dovuto rinunciare al proprio uomo simbolo Lukaku o Ronaldo.