Un volo perentorio, energico, brutale. Un volo per uscire per sempre da sabbie mobili fatte di stagioni da metà classifica e di campionati cadetti. Un volo consegnato ai flash dei fotografi, immortalato per l’eternità. È il volo spiccato da Mark Hateley il 28 ottobre 1984, in un derby dal sapore di rivalsa per il mondo rossonero fiaccato da annate terribili.
Lo scandalo del Totonero, la retrocessione d’ufficio, il ritorno in A, la nuova beffarda caduta in B. Sono anni complicati per il Milan, che cerca una stabilità per sottrarsi dalle montagne russe dell’ultimo periodo. Anni in cui il campionato italiano sfoggia l’argenteria più preziosa: da Maradona a Platini, da Zico a Rummenigge. In mezzo a questa parata di stelle, nell’estate dell’84 il piccolo Milan di Giussy Farina risponde in modo più modesto con gli acquisti di Ray Wilkins dal Manchester United e di un giovane attaccante che tanto bene aveva fatto con le maglie di Coventry e Portsmouth.
“Attila” – in onore del personaggio iconico del film di un milanista doc come Diego Abatantuono – parte subito forte segnando quattro gol nelle prime sei giornate di campionato, ma è il derby a consegnarlo una volta e per sempre nella storia rossonera.
Il 28 ottobre Milan e Inter si sfidano nella stracittadina numero 138 e a mettere ulteriore pepe all’incontro è la presenza di Ilario Castagner e di Fulvio Collovati tra le file nerazzurre, entrambi con un passato nell’altra sponda del Naviglio. Il Milan non vince un derby da 6 anni e il gol di Altobelli dopo soli 10 minuti sembra dover allungare ancora il digiuno. Il pareggio di Agostino Di Bartolomei alla mezzora, invece, è il preludio al grande boato: al minuto 63 Pietro Paolo Virdis mette in mezzo un traversone dalla destra, la palla arriva in area dove Mark Hateley salta più in alto di quanto si possa immaginare e scolpisce nella storia milanista il suo nome sovrastando proprio Collovati e segnando il gol vittoria che sa di rivincita per un popolo intero riemerso finalmente dagli inferi.