Come riporta la Gazzetta dello Sport, Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo, sono quanto di meglio possa esserci oggi nella nostra Serie A. Due campioni eterni che sfuggono a ogni legge anagrafica e fisica. Dieci i gol dello svedese fino a ora, contro gli otto del portoghese che stanno trascinando le proprie squadre ai vertici della classifica. Leader tecnici e carismatici sono la perfetta incarnazione del singolo che esalta il collettivo. Tanto forti quanto diversi sia dentro che fuori dal campo, unica cosa ad accomunarli i tanti gol segnati dai due. Questa prima parte di campionato ci ha fatto vedere come i due stiano giocando l’uno con l’altro, in una sfida a chi segna di più. Si rincorrono come Achille e Ettore attorno alle mura di Troia. Si ritroveranno uno difronte all’altro nella sedicesima giornata e solo in quel momento potremmo affermare con certezza chi è il migliore.
ZLATAN, L’UOMO DEL GHETTO
Ibrahimovic è un campione anarchico, diverso dagli altri. Cresciuto nel ghetto di Malmoe, ha forgiato il proprio carattere in situazioni di vita difficile. Questo suo carattere molto forte, si riversa sui propri compagni attraverso una leadership imponente. Tutti sono innamorati dello svedese, perché sanno che possono fidarsi ciecamente del loro condottiero. Stefano Pioli ha costruito la squadra intorno alla sua superstar, facendo girare i due esterni d’attacco e il trequartista proprio in base ai movimenti che compie lo svedese. Arretra, detta i tempi di gioco, va colpire di testa, fa da sponda ai compagni. Insomma un’arma letale a tutto tondo. Mai si era visto infatti un Ibrahimovic così completo in carriera. A beneficiarne sono soprattutto i compagni come Leao e Rebic, divenuti altri giocatori rispetto a come li conoscevamo. Zlatan vuole esserci il prima possibile, visto il recente infortunio contro il Napoli che lo vedrà stare fermo per diverse settimane.
FENOMENO PORTOGHESE
Il fenomeno di Madeira, cresciuto nello Sporting Lisbona, diventato idolo del Manchester United e successivamente stella nel Real Madrid è il classico solista. Non in termine dispregiativo, ma è una macchina perfetta, simbolo del calcio moderno. A differenza di Ibrahimovic gioca meno con i compagni, questo perché più finalizzatore dell’attaccante rossonero. Ha saputo adattarsi benissimo al calcio italiano, correndo meno e lasciando il ruolo di esterno, per esplodere in area come una forza della natura. Davanti la porta non sbaglia mai, una vera e propria sentenza come testimoniano i 2 gol contro il Cagliari. Che giochi con Kulusevksi, Morata o Dybala a lui cambia poco. Forte mentalmente come lo svedese, vive per il gol. Con 748 reti insegue Pelé distanziato di 19 segnature e insegue il record di Bican con 805 marcature.
Non ci resta che guardare questo fantastico duello tra due intramontabili del calcio, e vedere alla fine chi sarà il più dominante. Una cosa è sicura, sarà una sfida bellissima!