Una rosa è composta da diverse componenti, chi più talentosa, chi meno. Lo è almeno per squadre che cercano la sostenibilità e non hanno a disposizione una serie di top players con ingaggi esorbitanti. Lo è almeno per chi, come il Milan, sta cercando di ricostruire con attenzione e senza strafare, imparando dagli errori commessi in passato.

Ecco che allora la figura di Rade Krunic esemplifica quella che è la figura del gregario, necessario nell’economia di una stagione divisa in 3 competizioni. Ciononostante, per molti il club rossonero dovrebbe cedere il centrocampista bosniaco, reduce da una prestazione negativa contro il Valencia, coronata dall’errore decisivo ai tiri di rigore.

La cessione di Krunic sarebbe inutile

8 milioni di euro è la cifra sborsata dal Milan nel luglio 2019 all’Empoli per assicurarsi le prestazioni del giocatore che oggi veste la maglia numero 33. Al momento pare che le richieste dei rossoneri si aggirano sempre sugli 8 milioni, valutando solamente una cessione a titolo definitivo. Quanto converrebbe accettare un’eventuale proposta di questo tipo?

Perdere Krunic significherebbe dover intervenire ulteriormente sul mercato, cercando un giocatore con le sue caratteristiche, ergo uno duttile e capace di agire sia sulla trequarti che sulla mediana. Il tutto a costi limitati, dato che le priorità sono altre: trequartista e ala destra. Dal canto suo, l’ex Empoli è già integrato nel gruppo, conosce le idee di gioco di Stefano Pioli, conosce il suo ruolo nella rosa e non ne fa un problema. È anche questo uno dei motivi per cui sia dirigenza che tecnico lo apprezzano particolarmente, simbolo di professionalità e dedizione.

Non basta una brutta prestazione per archiviare ed etichettare le qualità di un calciatore. Va ragionato sul lungo termine ed in tal caso il numero 33 è utile alla causa rossonera, vuole esserlo. Perché incrinare degli equilibri che stanno funzionando? Le amichevoli estive fanno trarre conclusioni e giudizi affrettati e questa situazione ne è un esempio.