Un vino di quelli buoni, buonissimi. Olivier Giroud è stato il mattatore delle prime tre gare del Milan in quest’annata in termini di numeri: 4 gol e testa della classifica marcatori per ora in solitaria. Un inizio dominante del francese che rischia di essere svalutato da alcuni solo per il numero di calci di rigore realizzati, tre (ricordiamo che vanno segnati anche quelli). In realtà la figura del 9 si sta rivelando fondamentale anche nella manovra di gioco grazie alle sue sponde sempre precise ed eleganti per i compagni: chiedere a Pulisic per la conferma.
Sampdoria (tripletta), Juventus e Hellas Verona prima, Bologna, Torino (doppietta) e Roma poi: sono sei le partite consecutive di Serie A timbrate dal nativo di Chambery all’età di 36 anni. Solamente nella stagione 2014/15 con la maglia dell’Arsenal era riuscito a trovare con così grande continuità la via della rete in campionato (sette gol totali in sei partite consecutive). I dati testimoniano un feeling speciale con la rete avversaria, ma non solo.
I dati sui calci di rigore sono altrettanti importanti in rossonero: sugli 11 tiri dal dischetto calciati da quando è arrivato al Milan, in ben 10 casi i portieri avversari si sono trovati costretti a raccogliere il pallone all’interno della propria porta. L’unico errore è arrivato nel corso della scorsa stagione, nel ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Napoli (parato da Meret).
Altri numeri che ispessiscono l’esperienza a Milano di Olivier Giroud riguardano la media gol. 0.46 con la maglia del Montpellier, 0.41 a partita con quella dell’Arsenal, 0.33 con quella del Chelsea e 0.41 con quella del Milan. Dopo un calo avuto con i Blues, il numero 9 ha ritrovato la prolificità ed è a quota 36 reti in Italia in 88 partite, a -3 dalla quota raggiunta sia con il Montpellier che con il Chelsea.
La domanda che tutti si fanno è una: riuscirà il bomber transalpino a reggere un’intera stagione a questi livelli alla sua età (37 anni a fine settembre)? L’arrivo di Luka Jovic impone delle riflessioni, poiché è un giocatore ben diverso per caratura rispetto a Mehdi Taremi e probabilmente implica il fatto che il 9 rossonero giocherà titolare i big match in questa stagione. Da qui a dicembre ce ne saranno 5 in Serie A e 6 in Champions League: la condizione gli permetterà di essere al top e garantire un rendimento da top attaccante? Se l’inizio è questo, nulla vieta di sognare.