Se dal mercato arrivano buone notizie, lo stesso non si può dire dall’infermeria. O meglio, dalla Svezia. Il recupero di Zlatan Ibrahimovic, out dalla sfida del 9 maggio contro la Juventus, infatti non procede nel migliore dei modi. Scongiurata la lesione dei legamenti, è la cartilagine a preoccupare e il pericolo che, anche la prossima stagione, le presenze del numero 11 rossonero si possano misurare con il contagocce è più che concreto.
Ecco perché Giroud – ormai quasi ad un passo – non può e non deve bastare. Anche se – pensandoci bene – ginocchio o non ginocchio di Ibra, sarebbe stata una scelta piuttosto azzardata affidare le intere sorti rossonere a due over 30. L’investimento sul giovane, dunque, è quantomai necessario.
Giovane, sì: ma quanto? È chi? In questa prima fase di mercato, meno calda nonostante il Milan abbia già avuto modo di chiudere un paio di operazioni in entrata, si fanno i nomi non proprio altisonanti di Antiste e Adli del Tolosa, così come quelli di Boadu e Malen, frutti del campionato olandese. Ma il rischio di incappare nel “Niang di turno” (lasciando stare per un attimo Leao) è a dir poco elevato.
Ecco perché il Diavolo ha bisogno del classico “giovane di esperienza”, così come fecero l’Inter accaparransosi Icardi qualche stagione fa. Un attaccante fresco dal punto di vista anagrafico, ma che il campionato italiano lo conosca e lo mastichi. Ecco perché Scamacca non è un nome da scartare, ma soprattutto Vlahovic. L’attaccante viola costa parecchio (60 milioni chiede Commisso per lasciarlo partire) ma al momento rappresenta il talento sul quale puntare.
Sono tanti soldi, è vero. Ma tornando a citare il portoghese Leao ad esempio, il Milan ha in rosa potenziali “tesoretti” da poter piazzare per poter far cassa da reinvestire. Con Belotti vicino alla Roma, il grande sogno resta sempre l’ex cugino Maurito, che avrebbe quel sapore di doppio smacco. Maldini ci sta abituando a grandi mosse… dunque sognare è lecito.