Olivier Giroud ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport al termine di Milan-Salernitana. Ecco le parole del centravanti francese, al passo d’addio.

“Sono riuscito a non piangere stasera, ero molto emozionato ovviamente. Sono appassionato del calcio come un bambino. Il mio primo giorno qui mi sono sentito a casa mia. Anche a 35 anni ho trovato una seconda giovinezza anche con questo gruppo giovane. Si è creata un’alchimia. Ho passato tre anni, anche con momenti difficili in cui però siamo stati uniti. Non potevo sognare di meglio questa sera, ho fatto anche un gol. Si è visto sulla mia faccia un’emozione particolare qui a San Siro. Sono una persona molto felice questa sera. Quando sono arrivato sapevo che potevo dare tanto al club. Ero troppo felice di giocare con Ibra, lui è stato top con me e con il gruppo. È stato un privilegio per me giocare con lui e con tutti i ragazzi. Quando sono arrivato c’era concorrenza tra di noi e il mister ha fatto un po’ lui un po’ me, poi lui purtroppo si è fatto un po’ male e ho giocato di più. Mi sono acclimatato bene in questa Serie A: ho passato tre anni meravigliosi“.

Giroud prosegue: “Se dovessi dare la maglia numero 9 a qualcuno? Non lo so. Io non avevo paura di questo numero, anche se Paolo al tempo mi aveva chiesto se fossi sicuro. Non è il numero che mi fa fare gol: avevo ragione. Sono molto orgoglioso per tutto quello che abbiamo condiviso con questa bella maglia e questo numero. Anche con i tifosi e con il coro: ‘Si è girato Giroud’. Tutto rimarrà qua e qua (indica testa e cuore, ndr)”.

Su Pioli: “L’allenatore è una parte importante del successo. Io l’ho ringraziato perché sa quanto gli voglio bene. La fiducia, la relazione che abbiamo avuto sin dai primi giorni, anche nei momenti difficili ho parlato con lui e gli ho detto che ero qua per sostenerlo. Sono molto emozionato anche per lui che va via, ma è il calcio. Penso che lui meriti questo omaggio dei tifosi, ciò mi ha fatto molto piacere“.

Giroud conclude: “Malinconia? Per forza. Io sono malinconico, la sento questa malinconia. Sono nostalgico per questi anni. Non volevo piangere stasera. I miei genitori però lo hanno fatto. È stato bello averli sul campo dopo la partita. Mia moglie? Dietro tutti i grandi campioni, c’è una grande donna. Chi può prendere il mio posto a livello di leadership? Io vedo bene giocatori come Mike, con la sua personalità. Prende la parola, non sempre, ma ha carisma. Deve continuare ad essere leader dentro e fuori dal campo. Ha il carisma e la legittimità per farlo“.