A Gennaio sono stati pochi i nuovi innesti della società per completare la rosa del Milan. Tra questi vi è stato il ritorno in rossonero dal prestito al Villareal di Matteo Gabbia. Prima della sua cessione nel campionato spagnolo il giovane centrale rossonero non aveva mai convinto del tutto con le sue prestazioni spesso anonime in cui non forniva alcun tipo di sicurezza al reparto difensivo; spesso limitato al semplice “compitino”, alla giocata banale senza rischiare nulla, in tutto ciò sempre parecchio macchinoso nei movimenti.

L’esperienza in prestito al Villareal non si più descrivere del tutto positiva, per via dello scarso minutaggio avuto anche causa anche di un infortunio che lo ha per forza di cose limitato. La società rossonera e mister Pioli lo hanno rivoluto per integrare un reparto difensivo che, per via degli infortuni si è dimostrato troppo carente, per affiancare Kjaer e quindi permettere di base a Theo Hernandez di ritornare nel suo ruolo conforme di terzino sinistro.

Momentaneamente Gabbia sta giocando da diverse partite a fianco di Kjaer e quello che sta trasparendo è un calciatore completamente diverso da quello che si era lasciato: dal volto e dal modo di stare in campo traspare innanzitutto una maggiore sicurezza nel gestire il pallone, nel cercare a volte la giocata più difficile per far ripartire l’azione, ma soprattutto la tempestività nella scelta degli interventi che mascherano in parte la sua poca velocità in campo aperto, facendo esaltare le sue qualità a difesa schierata.

La partita di ieri a Frosinone, al di là della rete del gol del momentaneo 2-2, ha mostrato grande precisione e maturità difensiva negli interventi evitando alcune situazioni pericolose potenziali della squadra ciociara.

Il suo ritorno con la maglia del Milan è stata certamente la nota più lieta di questo mese di gennaio di un Milan che, nonostante dei buoni risultati della squadra, sta comunque evidenziando grandi fragilità soprattutto in fase difensiva con davvero troppo poco equilibrio per poter competere con le zone altissime della classifica.