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Il futuro prossimo del Milan rischia seriamente di dipendere da Palazzo Chigi: altra stagione senza Europa?

Alla vigilia della “Fase 2”, che scatterà domani 4 maggio, il mondo del calcio s’interroga ancora su quale sarà il destino della stagione sportiva ’19/’20. Ed i vertici del Governo del nostro Paese di certo non stanno aiutando a chiarire questa situazione incredibilmente controversa. Questa mattina, il quotidiano Repubblica ha affermato che mercoledì il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, potrebbe sancire ufficialmente la fine del campionato, seguendo le orme del suo collega francese Edouard Philippe.

Una piccola conferma – seppur non ufficiale – in tal senso, è arrivata anche dal parlamentare di Italia Viva Luciano Nobili, il quale su Twitter ha scritto:Pare sia in preparazione l’ennesimo DPCM per bloccare in maniera definitiva il calcio. Nonostante le regioni abbiano dato ok ad allenamenti e parere unanime di Federcalcio, Lega, AssoCalciatori per ripartenza. Sarebbe l’ennesima violenza al Parlamento e all’autonomia dello sport”. Quest’oggi, infatti, il Ministero dell’Interno ha dato il via libera da domani agli allenamenti individuali per le squadre del massimo campionato. Insomma, da un lato si parla di chiusura, dall’altra un segnale per la ripartenza.

In attesa di scoprire (si spera) nelle prossime ore dove sia la verità, cerchiamo di capire per sommi capi cosa potrebbe esserne del Milan nel caso in cui realmente il Governo sia intenzionato a sventolare la bandiera a scacchi all’attuale stagione sportiva. Verosimilmente, senza ovviamente dare ancora nulla per scontato, il club rossonero si ritroverebbe per il secondo anno consecutivo fuori dall’Europa, dopo il forfait volontario della scorsa annata in seguito agli accordi con l’UEFA in materia di Fair Play Finanziario. Questo perchè, il criterio più plausibile nell’assegnazione dei posti in classifica (non a caso seguito anche dalla Federazione Francese) sarebbe la media punti per partita. In questo caso, il Milan attualmente settimo verrebbe scavalcato sia dal Verona che dal Parma (che hanno una partita in meno) e direbbe addio all’Europa League, a beneficio degli scaligeri. A ciò va aggiunta l’incognita Coppa Italia, di cui il Milan è semifinalista: a meno che la FIGC non decida di mandare comunque in Europa le quattro compagini rimaste in gioco – ipotesi comunque non contemplata dal regolamento – non disputandola, il Milan perderebbe un’altra chance, seppur remota, di approdare nella seconda competizione europea.

Se davvero così fosse, e parliamo ovviamente per il momento di ipotesi, si aprirebbe per il Milan un’estate certamente complicata, perchè la mancata partecipazione alle Coppe Europee costringerebbe il club rossonero ad operare un mercato in entrata inevitabilmente di profilo basso, puntando su acquisti giovani e dal limitato esborso economico in termini sia di cartellino che ingaggio. Tanto per intenderci, i vari Icardi, Modric, Goetze, Cavani, Werner – giusto per citare alcuni profili accostati al Milan negli ultimi mesi – resterebbero nulla più che una chimera.

Di contro, in aggiunta, i calciatori più importanti della rosa rossonera potrebbero convincersi a preferire altre destinazioni ed altri progetti, per non dover rinunciare, per altri dodici mesi almeno, al palcoscenico continentale. Ecco a quel punto che i vari Donnarumma, Romagnoli, Theo Hernandez, Paquetà e compagnia, diverrebbero ancor di più oggetto delle mire dei top club del Vecchio Continente. Lungi da chi scrive voler gettare ulteriore sconforto e pessimismo sul già provato popolo rossonero, ma non si può negare che dalle decisioni di Palazzo Chigi rischia di dipendere in maniera sostanziale il futuro immediato del Milan, la cui strada per la risalita diventerebbe fatalmente più ripida.

Twitter: @Juan__DAv

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