Il primo trittico di big match per il Milan è stato archiviato; una vittoria, una sconfitta ed un pareggio. Prendendo solo i risultati, le indicazioni sono limitate, se si entra nel merito delle prestazioni si riesce ad aver un’idea più precisa di dove stia andando questa squadra.
Con la Lazio è stata capace di dominare la partita dal primo all’ultimo minuto, senza subire contraccolpi nemmeno dopo il rigore sbagliato da Kessie. A Liverpool è stata in balìa dei Reds per 20 minuti, restando anche con un po’ di fortuna nella partita, ma sopratutto ha avuto la faccia tosta di saper colpire due volte in 110 secondi.
Allo Stadium ieri ha avuto un inizio condizionato dall’errore di posizionamento che ha portato al contropiede uno contro zero di Morata, tuttavia non ha accusato psicologicamente l’1-0 e ha pian piano macinato gioco, recuperando il controllo tattico per paradosso con l’ingresso di Kalulu a seguito dell’infortunio di Kjær.
Con la consueta linea a 4, il campo è stato coperto meglio e pur senza creare occasioni esagerate, il Diavolo ha dato la sensazione di aver consapevolezza di poter riprendere la partita in qualsiasi momento.
Anni fa, se il Milan fosse andato sotto a Torino coi bianconeri, sia dentro che fuori dal campo, il sentore sarebbe stato di una gara sostanzialmente finita. Con lo spirito attuale invece, l’impressione è che i rossoneri possano giocarsela in Italia con tutti, e con tutti abbiano chance di vittoria.
Così è stato all’Allianz nonostante gli infortuni prima e durante la partita. Nonostante le fatiche di Anfield e il gol a freddo dopo quattro minuti. La personalità, l’identità e la voglia di affermazione dei singoli, come Tomori, Tonali o lo stesso Rebic, lasciano vibrazioni positive e fanno sorridere Pioli, società e tifosi.