Ci siamo, Tottenham-Milan, la gara più decisiva ed importante degli ultimi 11 anni rossoneri in Champions League, è arrivata. Una partita da vivere, con emozioni fortissime: passione, sentimento ed adrenalina, per il ritorno degli ottavi di finale della competizione che per anni è stata la casa del Milan, e che ora non può figurare come comparsa. Il Milan è reduce dalla sconfitta esterna contro la Fiorentina, e dunque tutti potrebbero pensare che non arriva a questa gara con il piglio giusto. Ed invece non è proprio così. Storicamente tutto ciò che accade in Champions, per i rossoneri è totalmente un’altra cosa. Altre prospettive, altre sensazioni.
Serve un Milan formato internazionale:
Giroud, Tomori, Theo Hernandez, Brahim Diaz, Origi, Leao. Calciatori di calibro mondiale, con il primo che oltre ad aver vinto tutti i trofei più prestigiosi, ha anche un ottimo score contro il Tottenham, e con i club inglesi in generale. In Premier è stato apprezzato ed amato da tutti: eleganza, gol e soprattutto tecnica da far invidia a tutti. Tomori, invece, vuole assolutamente prendersi ciò che la Premier gli ha tolto, ovvero la Nazionale. Theo Hernandez, il calciatore più invidiato dei rossoneri, tutti vorrebbero averlo in squadra. Reti, assist, tanta corsa e forza. Diaz, invece, è il calciatore più dinamico che il Milan ha in squadra: dribbling nello stretto, capace di fungere sia da collante tra centrocampo ed attacco, che riesce a far camminare il pallone anche in zone delicate del campo. E poi gioca con sfrontatezza, senza paura. La gara giocata in casa contro l’Atletico Madrid lo scorso anno, il gol a Liverpool, la rete al Tottenham all’andata, sono il segnale di come riesca ad entrare nel vivo nelle gare europee, probabilmente perché questo tipo di gare lo esaltano al massimo. Origi, invece, è l’uomo che ha abbattuto completamente le speranze degli inglesi in Champions, con la rete nella finale del 2019, portando i Reds sul 2-0 definitivo. Gol, giocate, forza: da lui ci si aspetta questo ed altro, ma ancora non ha tirato fuori neanche il 10%.
E poi… una piccola provocazione: per Leao è arrivato il momento di trascinare il Milan verso risultati importanti. L’anno scorso lo scudetto è in gran parte merito suo, ma quest’anno mancano le sue giocate. Dovrà cercare le giocate importanti, trovare le soluzioni efficaci, e soprattutto entrare nel referto del match. Che possa essere come Kakà nel 2007, l’uomo chiave, l’uomo inarrestabile, l’autore di una sinfonia bellissima, da vedere ed ascoltare dolcemente. È il momento di Tottenham-Milan, e la fibrillazione è al massimo. Ora serve scrivere la storia e tornare a sperare in un Milan formato Champions.