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Milan Femminile, l’intervista a Vero Boquete: “L’obiettivo è lottare per tutte e tre le competizioni”

Veronica Boquete Giadans, per tutti Vero Boquete, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, pubblicata all’indomani della premiazione alla spagnola, inserita nella Top XI 2020 della FIFA. Ecco le parole della numero 87 rossonera.

Quando una big come il Milan ti chiama, tutte le altre opzioni passano in secondo piano. Per qualunque giocatore un club così è un’opportunità unica. L’esordio con la Roma rimarrà un ricordo speciale: dopo la partita quando ho visto le prime foto e le ho mandate alla mia famiglia mi sono resa contro di quale privilegio sia giocare in uno dei migliori club d’Europa. Fin qui l’esperienza è molto positiva: il Milan è in una situazione ottima, secondo a soli 3 punti dalla Juve. Abbiamo finito in crescendo e spero che serva a lanciarci nel 2021 a lottare per tutti i titoli e fare in modo che il Milan si confermi come una delle squadre più forti, se non la più forte in Italia“.

Sul suo apporto e gli obiettivi: “Sono qui per aiutare con la mia esperienza a centrare prima di tutto l’obiettivo della qualificazione in Champions e lottare in tutte le competizioni. La Juve negli ultimi anni è stata la squadra da battere, ma non siamo lontane. Abbiamo tre competizioni per mostrare quale sarà il livello che possiamo raggiungere. Finora sono sempre riuscite a vincere qualcosa in tutti i paesi dove ho giocato, sarebbe un piacere immenso vincere un titolo che anche per il Milan sarebbe il primo a livello femminile. In spogliatoio non parliamo nemmeno delle vacanze di Natale, parliamo della Supercoppa: la testa è già lì“.

Sulla sua esultanza: “La mia esultanza è sempre la stessa: faccio un gesto con la mano che simula un polpo, perché il polpo è il piatto tipico della mia terra, la Galizia. Ormai tutto il mondo del calcio femminile conosce la Galizia e questo piatto, non vedo l’ora di mostrarlo anche in Italia“.

Dal suo paese natale al mondo: “Da Santiago mi sono portata dietro la passione per questo sport, senza la quale non sarei riuscita a stare 15 anni lontana dalla famiglia. Da ogni Paese mi sono portata dietro esperienze incredibili, mentre a livello sportivo mi hanno resto una calciatrice più completa, obbligandomi ad adattarmi a stili e metodi di lavoro diversi. Quando avevo 5 anni mi era proibito giocare a calcio con i maschi perché c’era una regola che lo impediva. Mi allenavo, guardavo le partite, ma non potevo giocare. Da quel momento sono sempre stata pronta a lottare per cambiare le cose. Evidentemente, a volte mi è costato, ma tornando indietro rifarei tutto“.

Sullo stadio a lei intitolato: “È l’onore più grande, il più grande gesto d’affetto che potessi ricevere dalla mia città. Da quegli spalti vedevo le partite dei club più prestigiosi, su quel campo sono arrivata a giocare con la maglia della Spagna. La cosa più importante però è che abbia il nome di una donna, una calciatrice, non era mai successo. Credo sia un passo enorme e ho avuto l’enorme fortuna che capitasse a me“.

Sulle fonti d’ispirazione: “Tra i giocatori che più mi hanno segnato c’è Ronaldo, il Fenomeno: uno dei suoi gol più belli in carriera l’ha fatto contro il Compostela, nello stadio che adesso porta il mio nome e quel giorno io ero sugli spalti. Forse l’unica donna a cui ho guardato come esempio è Marta, con la quale siamo diventate amiche negli anni, avendo anche giocato insieme. Io penso sia positivo avere un eroe a cui ispirarsi, mi piacerebbe vedere il giorno in cui un bambino avrà un’eroina donna. Credo che sarebbe il cambio di prospettiva più grande a livello di educazione, avendo sempre associato il potere a delle immagini maschili“.

Sull’impegno del Milan con RespAct: “Qualunque tema sociale che cambi per il meglio questo mondo per me è un proposito di vita. Mi ha fatto molto piacere ritrovare nel Milan questa mia stessa linea di pensiero e spero di essere coinvolta in tutti i modi possibili“.

Sul suo addio alla Nazionale: “Sì, non perché l’abbia deciso io dal momento che non ho lasciato la Nazionale, ma che per qualche ragione hanno smesso di convocarmi. Dopo il Mondiale del Canada del 2015 abbiamo avuto una forte disputa con la Federazione per cambiare i vertici del calcio femminile. Da quel momento a oggi, la Spagna è diventata una potenza mondiale e la Liga è un campionato di livello molto più professionistico rispetto a prima. Se il fatto che io non sia più in Nazionale è stato utile per arrivare a tanto, ne è valsa la pena, per quanto a livello personale sia doloroso“.

Sugli obiettivi personali futuri: “Il mio obiettivo è diventare allenatrice ai massimi livelli, significhi questo allenare una squadra maschile o femminile“.

Sui doni richiesti ai Re Magi: “I Re Magi sono tre e questo sarà un caso, ma quest’anno sono tre pure i titoli che si assegnano: Supercoppa, Coppa Italia e scudetto. Quindi io a ognuno di loro chiedo un dono, vediamo a fine stagione se saranno riusciti ad accontentarmi“.

Vero Boquete (foto Ac Milan)
Milan: Vero Boquete (foto Ac Milan) – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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