Valentina Giacinti ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di AS. Ecco le parole del capitano rossonero alla vigilia dell’amichevole di lusso al femminile contro l’Atletico Madrid.

“Dopo tre anni siamo arrivate ​​in Champions League. Vogliamo che queste partite servano sia per la nostra esperienza personale che per l’esperienza del club. Cercheremo di fare del nostro meglio per superare i turni“.

Sugli obiettivi per la prossima stagione: “Affronteremo sicuramente un campionato ancora molto competitivo come l’anno scorso. Siamo pronte. Ogni anno ci alleniamo per cercare di migliorare e quest’anno migliorare significa vincere lo scudetto, la Coppa Italia o la Supercoppa. Vogliamo portare un titolo in casa perché questo club lo merita per tutto il lavoro che sta facendo“.

Sull’allenamento con la squadra maschile: “È stata una mattinata speciale e allo stesso tempo tranquilla perché ci sentivamo tutti uguali. Ad un certo punto ho smesso di notare che stavamo giocando con la prima squadra del Milan, eravamo tutti uniti e sembrava che l’avevano sempre fatto. È stato un allenamento molto naturale. Anche quando facciamo cose speciali, più tecniche o facciamo punti sono rimasti sorpresi, ma dopo cinque minuti eravamo tutti uguali, non giocavamo maschi contro femmine. Nessuno cercava di vedere se fosse maschio o femmina. Tiravamo i rigori e non pensavamo a chi li tirava, eravamo gli stessi“.

Sul suo idolo e l’amichevole contro l’Atletico Madrid: “Il mio idolo è Morata, che ultimamente è stato un po’ criticato. Mi piace l’Atletico, mi piace anche il Real Madrid, sono le mie due squadre preferite in Spagna. Sono una contro l’altra, ma sono quelle che mi piacciono. Sarà un onore giocare contro l’Atletico, una bella esperienza“.

Su Vero Boquete: “Che sia un rompipalle è la prima espressione che mi viene quando ne parlo. Ci aiuta molto in campo, sto imparando molto da lei, mi dà tanto nei movimenti, anche il suo modo di studiare il calcio. È una grande atleta, ma soprattutto ha una grande conoscenza del calcio, ci sta insegnando molto. È rimasta per la Champions League. Il suo aiuto e le sue conoscenze possono darci una spinta in più. L’altro giorno in allenamento ho fatto fallo al limite dell’area e lei mi ha detto: ‘Ora si scherza, ma se succede in Champions, fallo o rigore nei 90′, usciamo per cose del genere’“.

Sulla nuova compagna Laia Codina: “È una ragazza che dimostra di provenire da una squadra di professionisti, ha molti margini di miglioramento e dà a noi la sua esperienza. Si parla molto in campo, gli spagnoli parlano molto“.

Sul professionismo in Italia: “Sono tanti anni che se ci penso mi chiedo come faccio a fare una cosa del genere. Arrivo all’una del mattino, oppure faccio 40 chilometri per allenarmi… andavo da scuola direttamente in bus e di notte venivano a prendermi i miei genitori. Non cenavo nemmeno perché ero così stanca e il giorno dopo c’era di nuovo la scuola. E quando andavamo a giocare fuori città bisognava prendere l’autobus alle quattro del mattino e fare quattro o cinque ore di viaggio, giocare e altre quattro o cinque ore per tornare. Ora siamo fortunate e sappiamo cosa significa essere professionisti. Le ragazze che ora giocano sanno cosa abbiamo fatto prima per arrivare a tutto quello che stanno vivendo adesso“.

E conclude: “Sta andando bene. L’anno prossimo dovremmo diventare professioniste. Stiamo cercando di entrare e stiamo crescendo poco a poco. Il Milan è una squadra nata quattro anni fa, ha aiutato perché è l’unica squadra che paga i contributi previdenziali. Li dobbiamo ringraziare, ma l’anno prossimo lo saremo a tutti gli effetti“.