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CorSera: Milan, il fondo Elliott e il giallo di quota 6.001. Chi controlla davvero il club?

I colleghi del Corriere della Sera hanno realizzato un lungo focus sulla gestione del Milan da parte del fondo Elliott. Quest’ultimo è un socio principale solidissimo, ma l’hedge fund per sua natura non è un azionista paziente. E poi resta sempre un nodo da sciogliere: Paul Singer, il gran capo del fondo americano, ha totalmente mano libera nel governo del club? O c’è un patto segreto che lo lega a qualche investitore? Un bilancio appena pubblicato dal secondo socio, Blue Skye, alimenta ancor di più gli interrogativi.

Tutto ruota intorno alla società lussemburghese Project Redblack che detiene indirettamente il controllo pressoché totale del club. Ci sono certi dettagli assai significativi e alcune zone d’ombra che il fondo Usa tuttora non chiarisce. Il bilancio del Milan dice che lì sopra, nella controllante Project, il capitale è detenuto da due fondi del gruppo Elliott e da Blue Skye. Le rispettive quote sono circa del 95% e del 5%, secondo quanto ha sempre fatto trapelare Elliot ufficiosamente. Senza mai impegnarsi ufficialmente.

Blue Skye è la finanziaria di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione che, tra l’altro, ha già investito nel Grand Hotel Bauer di Venezia, nel gruppo Cipriani (proprietario dell’Harry’s Bar) e più di recente ha rilevato il 31% di Pencil, la holding di Fila, scatenando una guerra contro Massimo Candela, azionista di controllo del gruppo delle matite. Tre anni fa D’Avanzo e Cerchione accompagnarono l’hedge fund nel finanziamento a Yonghong Li. Poi, con il cinese insolvente, Elliott e Blue Skye hanno incassato la garanzia, cioè il Milan. Se i bilanci recenti di Blue Skye fossero depositati si avrebbe un quadro più chiaro. Lo stesso vale per le società di Elliott.

La novità degli ultimi giorni è che D’Avanzo e Cerchione hanno messo a punto e firmato un nuovo bilancio di Blue Skye: quello del 2016. Un gap di 4 anni. Cioè esattamente quelli delle staffetta Berlusconi-Li (2017), l’ingresso di Elliott con Blue Skye, fino ad oggi. Nel consuntivo 2016 ci sono però le tracce di affari in comune realizzati con Flavio Briatore, di cui non si sapeva nulla, e proseguiti anche negli anni successivi sul fronte «Billionaire Lifestyle».

La chiave è nei numeri della società proprietaria del Milan. Il capitale di Project è composto complessivamente da 12.000 azioni. Quindi la maggioranza assoluta si raggiunge a quota 6.001 azioni. Ci sono tre categorie di azioni (A-B-C) che hanno tutte uguale diritto di voto. All’inizio Blue Skye aveva tutte le 12 mila azioni, ma 5.999 azioni di categoria A (49,99% del capitale) sono state rilevate e sono tuttora di Elliott. Secondo il Corriere tutte le 512 azioni B (4,26%) sono di Blue Skye perché c’è un suo uomo in consiglio di amministrazione in rappresentanza di quella categoria di titoli. E poi perché è compatibile con quanto finora hanno fatto trapelare. Ma 512 non è un numero a caso. Restano infatti le azioni C che sono 5.489 (45,74%). Ora, sommando B e C, fa esattamente 6.001 rendendo così, nei numeri, il pacchetto in mano a Blue Skye il vero ago della bilancia. Da una parte o dall’altra determina la maggioranza assoluta.

Solo che della componente C non si sa nulla da tre anni. In teoria se non ci fossero stati movimenti (registrati e depositati invece in categoria A da Elliott) dovrebbero essere ancora tutte in capo a Blue Skye che in questa ipotesi avrebbe numericamente la maggioranza del Milan, sebbene la gestione di Project richieda maggioranze qualificate (60%) per le decisioni più importanti. E se C fosse un socio «in sonno», di fatto coperto fiduciariamente da Elliott e Blue Skye? Ogni richiesta di chiarimento ufficiale e documentale rivolta a Elliott ha trovato solo disponibilità a risposte ufficiose con la motivazione che il gruppo, per sua politica interna, non commenta la struttura degli investimenti. Ma su queste materie non ci può essere una versione dei fatti «suggerita», ci dovrebbero essere semplicemente fatti documentati. Elliott quando esercita la sua missione di fondo attivista è il numero uno nell’incalzare le società sullatrasparenza dei bilanci, della gestione e della governance. Blue Skye non ha risposto alla mail con richiesta di contatto.

Quindi ad oggi secondo la versione ufficiosa siamo sempre con Elliott al 95% circa (cioè azioni A dichiarate + C presunte) e Blue Skye intorno al 5%. Però con un misero 5% in tasca, sia D’Avanzo che Cerchione hanno una poltrona a testa nel consiglio di amministrazione del Milan composto da 9 membri. D’Avanzo ha poteri e deleghe nell’area amministrativa e finanza, e all’interno di quel perimetro può rappresentare la società, firmare la corrispondenza, gestire i conti correnti ecc. Siede anche nei cda di Milan Entertainment e Milan Real Estate con poteri analoghi. E chi è il «Financial & Administrative director» del club? Si chiama Aldo Savi, lavora in Blue Skye ed è un «asset manager delle principali iniziative di investimento». Insomma è un 5% che pesa parecchio.

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