Inutile negarlo, il Milan trema per il futuro di Rafael Leao. Se il portoghese avesse le idee chiare, il rinnovo sarebbe già arrivato. Invece è palese che qualcosa non va e la situazione del portoghese assomiglia sempre più a quella di Kessie, con la differenza che qui c’è più tempo. sperando che l’esito, alla fine, sia differente.
Tutti i dubbi sul rinnovo di Leao con il Milan
Qualche partita sottotono, in attesa della sfida contro la Cremonese. Poi un’altra gara e il Mondiale invernale, che rischia di complicare terribilmente i piani dei rossoneri, oltre alla mancanza dell’accordo sulle cifre per il rinnovo. E pensare che qualche giorno fa le parole di Paolo Maldini sembravano aprire all’accordo, ora si torna sui propri passi. Tutti, la società, Leao, il suo agente. Che dire, il «rompete le righe» prima della partenza per il mondiale sarà amaro, perché non ci sarà l’accordo per il rinnovo. E questo non va assolutamente bene.
Il problema del rinnovo che non arriva
L’attuale accordo di Leao con il Milan scade nel 2024. Il calciatore, a quello che traspare, sta bene in rossonero e rimanere a Milano non lo vedrebbe come un male. O no? Perché a questo punto qualche dubbio rimane. Certo che i problemi legati al contenzioso con lo Sporting Lisbona, a cui Leao deve 19 milioni, e al nodo procura, con i contatti con l’agente che lo ha seguito per anni, Jorge Mendes, ma anche con l’avvocato francese Ted Dimvula, che ha rilevato la procura nel 2022, per aumentare lo stipendio da circa 2 milioni l’anno, sono cose che complicano enormemente un rinnovo che tarda ad arrivare.
Venderlo? Sì, ma a chi? E quando?
Rimane l’ultimo tarlo: vendere Leao? Farlo ora sarebbe un tirarsi la zappa sui piedi, quindi la risposta è no. Forse sarebbe stato meglio venderlo in estate, ma in caso di mancato accordo Chelsea, City e non solo potrebbero riprovare per l’ex Lille, ma magari offrirgli un maxi-ingaggio spingendo il Milan ad accettare le offerte. Per non rischiare un nuovo caso Kessie, quello a cui questo Leao assomiglia sempre di più.
