HomeNewsMilan, disponibile un documentario sulla stagione del 1994: tutti i dettagli

Milan, disponibile un documentario sulla stagione del 1994: tutti i dettagli

Sky Sport comunica l’uscita del documentario riguardante la clamorosa stagione dell’annata 1993/94 del Milan. Verrà diviso in due episodi separati tra di loro: il primo uscirà nella giornata di domani 7 maggio alle ore 19:00, sul canale Sky Sport Calcio; mentre il secondo e ultimo, alle 14:30 di sabato 18 maggio, nel medesimo canale.

Milan 1994, più che una squadra” racconta una stagione calcistica assolutamente strabiliante, che la vede caratterizzata anche esternamente dal calcio tramite l’ascesa in politico del suo Presidente Silvio Berlusconi. L’annata descritta e raccontata nei minimi dettagli fu anche quella che fece alzare la prima Coppa dei Campioni a Fabio Capello.

Di seguito ecco anche alcune testimonianze dei protagonisti, fornite da Sky Sport:

Adriano Galliani:

“Nell’autunno del 1993 Silvio Berlusconi pensa di entrare in politica: “Fondo un partito – mi dice – che si chiamerà Forza Italia, vinceremo le elezioni e diventerò Presidente del Consiglio”.

“Il Milan 1993/94 era più di una squadra. Il segreto era una linea di comando semplicissima: per tanti anni c’è stato quel presidente, quell’amministratore delegato, quel direttore sportivo, sempre loro. Il Milan aveva delle unicità irripetibili, molti giocatori nati nei dintorni e cresciuti nel nostro settore giovanile, che sono stati con noi per 20/25 anni. Il senso di appartenenza, la maglia che è una seconda pelle, è tutto verissimo”.

“La stagione 1993/94 è stata la migliore della nostra vita”

 Mauro Tassotti:

“Quel Milan era un Milan che ancora aveva il ricordo di Arrigo Sacchi, che aveva fatto un lavoro straordinario, secondo me, e che Capello ha proseguito. Era un Milan che aveva tanta fame ancora e che ha continuato a vincere”.

 Dejan Savicevic:

“Berlusconi mi ha detto: Se sei un genio, me lo dimostri domani ad Atene”.

 Fabio Capello:

“Con Savicevic il rapporto è stato inizialmente conflittuale, per una semplice cosa: quando lo toglievo Berlusconi mi chiedeva: “Perché lo hai tolto?” … Perché non correva più e quindi non potevamo giocare in dieci contro undici”.

“La nascita di Forza Italia l’ho vissuta da dentro perché Berlusconi veniva a salutare la squadra a Milanello e poi continuava certe riunioni a tavola ed io ero lì presente”

“Senza Costacurta e Baresi diventava tutto più difficile, conoscendo il valore di questi due giocatori”.

“Sicuramente questa vittoria è stata la più importante, certamente insperata nei pronostici e quindi ancora più bella. Ma soprattutto anche per il numero di gol. Non è facile vedere una finale di Champions con tanti gol con tante occasioni e quindi è stato qualche cosa di indimenticabile”.

 Franco Baresi:

“Sicuramente finì l’era degli olandesi. Sapevamo quello che erano stati per noi e per il Milan, però ho sempre pensato che questo Milan potesse ancora avere dentro qualcosa da dare”

“Quella stagione fu molto particolare perché Berlusconi scese in politica. Io personalmente ero molto curioso e forse anche un po’ pensieroso, nel senso che magari l’avremmo visto meno, sarebbe stato forse meno presente. C’era questa paura tra di noi, nella squadra. Però poi ci siamo accorti che lui voleva fare qualcosa di importante anche per il Paese, oltre quello che stava facendo per il calcio e per noi”.

 Paolo Mieli:

Berlusconi intercettò un’onda e costruì un insieme che trent’anni dopo esiste ancora. Aveva quell’intuito che varie volte nella sua vita gli ha consentito di costruire imprese durature”.

“Ho sottovalutato di Berlusconi il senso che lui trasmetteva di costruzione, ho sottovalutato il fatto che Berlusconi non fosse un uomo ricco perché era un erede, lui era un costruttore. L’Italia aveva bisogno di qualcuno che costruisse un futuro e lui sapeva costruire imprese durature”.

Fausto Bertinotti:

I tifosi del Milan che non tifano Milan per Berlusconi sono una minoranza, tutte le squadre sono del padrone. Non c’è nessuna parentela, anzi, se Berlusconi si fosse occupato solo del Milan sarebbe stato meglio per tutti, per il Milan e per l’Italia”.

“L’ingresso in politica di Berlusconi cambia tutto: sport spettacolo e politica si uniscono, diventa la società della spettacolarizzazione”.

 Luca Serafini:

“Era un periodo epocale molto particolare perché si arrivava dalla caduta rovinosa della Prima Repubblica, da Tangentopoli. Stavano cambiando usi e costumi, si respirava come spesso accade in Italia, un vento nuovo. Quindi c’era anche una certa euforia perché si pensava che fosse stato abbattuto un sistema corrotto che non funzionava”.

“Tutti noi che vivevamo Berlusconi eravamo convinti che avrebbe creato dell’Italia una specie di Svizzera. Tutti fermi al semaforo, le strade pulite, la gente elegante, ordinata. Tutti avevamo quell’utopia”.

 Gianni Visnadi:

“L’arrivo di Marcel Desailly a Milano al Milan è clamoroso e sorprendente. Allora il mercato di riparazione non era gennaio, ma era in autunno. La domenica Boban si fa male in un in un derby e due giorni dopo arriva Desailly. Siamo al mese di novembre…”.

Licia Granello:

“Bisogna capire cos’era quel Milan: una squadra straordinaria che vinceva e dava spettacolo”.

“Berlusconi scende in campo ed è una frase che campeggia larghissima nel mondo del giornalismo sportivo e non solo. Il Milan smette di essere solo una squadra, ma diventa un possibile veicolo di promozione politica”.

 Carlo Pellegatti:

“Il gol di Savicevic di Barcellona arriva direttamente dal Partenone. Ha creato il capolavoro, questo arc en ciel, questo arcobaleno meraviglioso che si è infilato. Quelli sono i gol che passano alla storia. La griffe del grande campione nella grande partita”.

"Milan 1994, più di una squadra" produzione originale Sky Sport
“Milan 1994, più di una squadra” produzione originale Sky Sport

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