Tre punti persi. Si riassume così la partita contro il Sassuolo che è costata al Milan un forte rallentamento sulla corsa Champions. Una sconfitta inaspettata soprattutto per come è arrivata, dopo 75 minuti di controllo, senza subire chissà cosa e diverse occasioni per “ammazzare” la partita.
Nelle ultime uscite infatti il gruppo di Pioli è apparso non brillante in queste situazioni. Contropiedi sprecati, passaggi sbagliati e poca qualità là davanti che non hanno permesso di suggellare delle gare approcciate bene. Già, perché a differenza di quanto era accaduto in alcune partite, contro Parma, Genoa e Sassuolo il Milan aveva iniziato bene mettendo già dai primi minuti l’avversario in difficoltà e trovando il gol del vantaggio senza particolari affanni.
Affanni che però sono arrivati, in tutte e tre le situazioni, quando meno ce lo si aspettava ed hanno rischiato di compromettere un risultato che pareva già scritto per ben due volte. Alla terza il Milan non ce l’ha fatta. Contro il Sassuolo la sconfitta è arrivata. La doppietta di Raspadori nel giro di un paio di minuti ha ribaltato la squadra di Pioli nella maniera più clamorosa possibile e che sottolinea il grande problema di gestione dei risultati sotto tutti gli aspetti.
Le vittorie “tranquille” arrivate quest’anno sono state davvero poche, in un modo o nell’altro il Milan ha sempre dovuto sudare fino all’ultimo secondo per portare a casa punti preziosi. Questo problema è ovviamente riconducibile ad alcuni giocatori (vedi Leao) che spesso non riescono ad essere incisivi in zona offensiva. Il portoghese ha offerto anche ieri una brutta prestazione. Almeno tre le occasioni in cui avrebbe potuto (e dovuto) fare di più, ma anche Rebic e Saelemaekers andrebbero rivisti per la mole di azioni costruite senza poi riuscire a rifinirle.
POSSIBILI SOLUZIONI
Le soluzioni per Pioli non sono tantissime, ma neanche poche. Calhanoglu – ieri il migliore in campo e finalmente in grado di segnare i “suoi” gol – è spesso altalenante e lo stesso si può dire di Brahim Diaz e Hauge. La loro qualità e fantasia, unita a quella di Leao, potrebbe essere sfruttata meglio scegliendo chi far partire titolare e chi inserire a gara in corso non per partito preso ma ruotando in base anche e soprattutto delle caratteristiche dell’avversario.
Parecchi errori da correggere in casa Milan per un finale di stagione che si preannuncia rovente in ottica Champions League. Adesso occorre rimboccarsi le maniche e sudare fino alla fine. Di facile non c’è nulla, specie se ti chiami Milan…