Da Cenerentola a candidata al titolo: il passo è stato brevissimo. E pensare che poche ore prima del derby è dovuto intervenire lo stesso ex AD rossonero Adriano Galliani per invocare attenzioni e considerazione nei confronti di un Milan fino a quel momento bistrattato ma che – con la vittoria nel derby e la contemporanea sconfitta dell’Atalanta a Napoli – si è portato in vetta alla virtuale classifica dell’anno solare 2020.
SCUDETTO: PAROLA BANDITA
Un segmento di 25 gare di campionato (21 della stagione 2019/20, 4 dell’attuale), che non sono poche. In queste 25 gare la squadra di Pioli ha collezionato 57 punti, confermando una media punti (2,26) effettivamente da scudetto. Ecco, scudetto: una parola che deve essere assolutamente bandita a Milanello, per evitare di alimentare quelle pressioni che fino ad ora non ci sono state e che per questo motivo hanno permesso ai “Ragazzi terribili” – così come li ha definiti qualche giorno fa il collega Di Caro su La Gazzetta dello Sport – di giocare a cuor legger e raggiungere i suddetti risultati.
PRIMA DEL DERBY TANTO SCETTICISMO
D’altro canto – come si diceva all’inizio – fino al tanto atteso ritorno al successo nel derby, nel Milan si credeva davvero poco. E in effetti erano e sono tutt’ora gli elementi che ancora non fanno prendere troppo sul serio i rossoneri: la striscia positiva cominciata e maturata in una situazione ambientale anomala, l’Ibra-dipendenza, il sospetto che molte vecchie conoscenze – su tutti Calabria, Calhanoglu e Rebic, fino a prima deludenti – stiano giocando un po’ sulle ali dell’entusiasmo ma che siano destinati a spegnersi nuovamente.
PROVA DEL NOVE
Ma adesso la prova del nove: oltre alle prime aspettative e conseguenti pressioni, sul cammino del Diavolo ci saranno Celtic e Roma. Non proprio due passeggiate di salute. Ed è proprio in occasioni di queste due sfide ostiche che dovrà dimostrare di essere una pretendente al quarto posto seria e credibile. Tutti possono inciampare, lo hanno dimostrato nelle ultime gare proprio Inter, Juventus e Atalanta. Ma qualora venisse allungato ulteriormente il filotto di partite senza sconfitte (per il momento 20, considerando anche le coppe), il messaggio del Milan sarebbe forte, chiaro e non più trascurabile. Perché a quel punto si fa veramente sul serio.
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