Il Milan rivoluzionario e rivoluzionato di Gerry Cardinale ha preso definitivamente forma. Sia per quanto riguarda l’organigramma dirigenziale che i vari tasselli che formano la rosa. Il lavoro costante di Furlani e Moncada ha portato i suoi frutti, in maniera veloce e determinata, tanto da dare in mano al mister, Stefano Pioli, la rosa quasi completa per la tournée americana appena terminata. Le prestazioni altalenanti della scorsa stagione, hanno scombussolato l’ambiente rossonero, imponendo aria di cambiamento. Probabilmente, il fatto che la squadra rossonera non mostrasse nuovi stimoli e voglia di scendere in campo con intensità e agonismo in tutte le partite, ha fatto scattare la scintilla al proprietario rossonero, imponendo una strategia nuova ed efficace.
Sin da maggio, probabilmente, l’impressione che tutti hanno avuto è che, il miliardario americano volesse portare una boccata d’aria fresca, ma anche idee e strategie. Una logica ed un senso ad ogni operazione, sia di mercato che societaria. In molti, soprattutto tifosi e giocatori, si sono sentiti privati di anima e “milanismo”, con la cessione di Tonali e l’allontanamento in dirigenza di Maldini. Eppure, le risposte positive sono arrivate in maniera immediata, con il mercato in entrata sbloccato a metà giugno, che ha portato ad una serie di colpi mirati ad un salto di qualità tecnico della squadra.
È una delle prime volte in cui il Milan riesce ad acquisire le prestazioni sportive di tutti gli obiettivi di mercato dichiarati: infatti, oltre alla trattativa già imbastita per Loftus-Cheek, in poche settimane la dirigenza ha chiuso, senza battere ciglio e “in cash”: Pulisic, Reijnders, Okafor, Chukwueze e Musah, perdendo il solo Tonali. Al momento mancano solo piccoli pezzi del puzzle: un vice di Theo Hernandez, un centrocampista (se Krunic dovesse uscire) ed una eventuale scommessa nel ruolo di terzino destro. Non sono previsti altri attaccanti al momento, ma la dirigenza è imprevedibile, sa che l’occasione va colta, se dovesse arrivare. Cardinale si sta mettendo in gioco anche in Italia, sta investendo molto in progettualità e futuribilità. Vuole un Milan con un proprio stadio di proprietà e vuole entrare, prepotentemente nell’élite dei primissimi club al mondo, visto che guida un club glorioso e vincente come il diavolo.
Gli uomini scelti dovranno essere in grado di portare professionalità e continuità al progetto, conquistando sul campo trofei importanti. Il club deve tornare a competere su tutti i fronti, puntando a vincere, non alla bella figura. Con il nuovo Milan marchiato a stelle e strisce, ci sarà da divertirsi…
