“La Serie A è un gigante malato che il Covid può schiantare“, questo è l’esordio del quotidiano Repubblica nello spazio dedicato al calcio. Il massimo campionato italiano ha perso solo negli ultimi dieci anni circa 2 miliardi. Le squadre che hanno presentato il bilancio al 30 giugno 2020, ovvero Milan, Inter, Juventus, Lazio, Roma e Bologna, oltre alle prime indicazione informali del Napoli, hanno messo insieme 700 milioni di passivo. Si tratta di quasi il triplo delle perdite dello scorso anno di tutti i 20 club di Serie A.
Un primo dato da osservare, come riporta il quotidiano romano, è il crollo degli incassi al botteghino: le porte chiuse sono costate al Milan, fino allo scorso agosto, 10 milioni di euro di mancate entrate. Piange anche il dato degli incassi da marketing, con il dato che cala di 3 milioni per i rossoneri. Il fattore più significativo e che garantisce il 40% delle entrate dei club, ovvero il valore dei diritti tv.
I broadcaster hanno versato 1,3 miliardi lo scorso anno, ma hanno perso con le porte chiuse 2,5 milioni di spettatori (-40%) nel confronto tra un weekend di gennaio ed uno dopo la ripartenza a luglio. Sky, DAZN e Img si sono rifiutate di pagare alla Lega Serie A l’ultima rata di 230 milioni dei diritti dello scorso anno, in scadenza a maggio. Il calo dell’audience televisiva ha pure un effetto collaterale, ovvero la perdita di interesse dei grandi sponsor nell’investire nel calcio. Questi garantiscono oggi circa il 18% degli incassi della Serie A, circa 600 milioni di euro. È un rischio grande, dato che lo scorso anno c’era stato un balzo in positivo al 19,7%.
