Da molti tifosi non è ancora stata mandata giù la situazione che ieri sera in Milan-Spezia ha compromesso a tutti gli effetti la partita. L’arbitro Serra, con il suo fischio affrettato, ha causato un danno importante ai rossoneri che avrebbero vinto la partita senza alcuna discussione, vista anche la mole di occasioni creata durata la gara (checché ne voglia dire l’allenatore della squadra avversaria che, per quanto “piccola”, era stata messa sotto in più momenti della gara).
Ed è pure sbagliato dire che i ragazzi di Pioli avessero una cattiva gara, perché hanno creato tutti presupposti per vincere la partita. L’imprecisione, la bravura di Provedel e l’errore macroscopico del direttore di gara hanno fatto il resto.
Dopo tutta quest’introduzione, però, è giusto evidenziare il comportamento maturo, composto e lucido dei giocatori, a partire da Davide Calabria, presentatosi alla telecamere nel post-gara: “È umano sbagliare. Detto sinceramente non mi va di crocifiggere nessuno, sbagliamo noi come l’arbitro, è giusto così. Voltiamo pagina e pensiamo già alla prossima“. Un messaggio importante, impopolare per certi versi, che riporta il Milan e i tifosi sulla terra. Quella terra che sottolinea come i punti di distanza virtuali dall’Inter possano essere 5 e il campionato è tutt’altro che chiuso.
Uno stile e una stima che va riconquistata
L’intervento del terzino rossonero, per quanto possa passare agli annali come una semplice “ennesima accettazione di un torto” è di una saggezza che dimostra la sua crescita e quella dell’ambiente Milan. Non è facile rispondere in un determinato modo dopo eventi di quel tipo, ma la tranquillità con la quale il vice-capitano ha parlato, ha ricordato quella di un altro grande capitano, che oggi siede in tribuna. Senza fare paragoni, si vuole solamente sottolineare la verve.
Uno stile che non si compra, si apprende negli anni, passando da difficoltà come quelle avute da Davide, ma crescendo e diventando uomini, uomini da Milan. Perché quando un club si presenta dinanzi ad un giocatore deve avere un determinato appeal, in società lo sanno. Se quell’appeal è rissoso e polemico si presentano un determinato tipo di elementi.
Se quell’appeal è calmo, pacato e saggio te ne si presentano altri. Per quanto possano piacere i primi, l’AC Milan è stato rappresentato dai secondi e la storia la troviamo scritta. Che me ne vogliano i tifosi più accaniti e arrabbiati, ma l’intervento di Calabria, unito a quello tutt’altro che polemico di Pioli (immaginatevi un Gasperini o un Inzaghi che avrebbero calamitato le interviste sull’episodio) dimostra che siamo sulla strada giusta. In fondo lamentarsi in maniera pubblica a cosa serve? Ad essere più rispettati? Quindi credete davvero che un piccolo istante, dopo 92′ di gioco, possa essere influenzato da una lamentela pubblica? Il club non è così, il club di via Aldo Rossi ha delle riserve in sedi più opportune. Urlare ai quattro venti il proprio disappunto non fa che minare la reputazione. Quella rossonera, quella diversa, quella stilosa.