È della scorsa settimana la dichiarazione di Tadic, numero 10 e capitano dell’Ajax, attraverso la quale si riteneva responsabile per l’esonero di Schreuder. Parole dirette senza filtri che nel mondo del calcio si fatica di solito a sentire.

L’utilizzo della parola “vergogna” in relazione ad una prestazione è una rarità, e spesso è più frutto della retorica che non di un pensiero rivolto di fronte alle telecamere. Purtroppo a distanza di pochi giorni ci troviamo nostro malgrado ad analizzare una situazione simile.

Certamente la società rossonera non ha avuto capacità, per diverse ragioni, di mettere a disposizione dello staff tecnico, un roster migliorato rispetto all’anno scorso. Sicuramente Pioli non sta nemmeno gestendo al meglio le risorse, seppur imperfette come predetto. Ma resta inaccettabile che un qualsiasi undici con la maglia del Milan offra uno spettacolo come quello andato in scena ieri pomeriggio.

Non c’è modulo, non c’è singolo, non c’è scelta tattica giusta o sbagliata che possa portare ad una partita come quella a cui abbiamo assistito domenica. Qui è necessario mettere un punto di dove inizino ma anche dove finiscano anche qualche modo le colpe dell’allenatore.

Il linguaggio del corpo di molti non è stato da professionisti. Le lacune atletiche o tecniche di un momento specifico dell’anno, non possono portare a comportamenti così plateali di disinteresse.

Questo gruppo deve ringraziare che la Curva Sud abbia intrapreso comunque la strada del sostegno alla squadra. In un’epoca differente già ieri avremmo visto una contestazione importante. Ora c’è il derby, la partita più facile e più difficile da preparare indipendentemente da quando la si trovi in calendario. Siamo già in sostanza all’ultima chiamata, nonostante un intero girone da giocare. Prima uomini e poi i giocatori. È così da sempre e in tutti gli sport, concetto banale, semplice ma da rispettare, come si rispettano maglia e colori.