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Calabria: “Sono nel pieno del mio percorso al Milan: ho grandi ambizioni sia per me che per il club”

Davide Calabria ha rilasciato un’intervista on the road ai microfoni dei canali ufficiali rossoneri nel suo tragitto verso Milanello, in partnership con BMW. Ecco le sue dichiarazioni.

Sulla città di Milano: “Ho un bel rapporto con Milano, mi piace molto. Sono originario di Brescia, ma sono stato sostanzialmente acquistato da questa città. È bellissima per i servizi che ha, è gestita bene ed è piccola, quindi facile da girare. La gente è aperta ai turisti ed è pronta a coccolarti. Si vive molto bene“.

Sulla sua attenzione per l’ambiente: “Sono uno che ci tiene. Le piccole cose che ci chiedono le faccio. Credo che la tecnologia elettrica per le auto vada in quella direzione. La raccolta differenziata in primis è molto importante. Nei primi tempi nel mio paese in provincia di Brescia, Adro, andava molto bene. L’ho sempre vissuta con normalità. Quando ho iniziato a vivere in altre realtà, ho notato che mancava. Devo dire che a Milanello siamo tutti molto educati su questa cosa. Si cerca di sprecare il meno possibile. Sono sicuro che bisognerebbe insegnare nelle scuole questa cosa“.

Sulla lotta ad ogni tipo di discriminazione: “È tutta questione di crescerci con determinati concetti giusti. Io sono al Milan da 15 anni, quindi ho iniziato a capire queste cose già da bambino. Penso sia fondamentale. Apprezzo molto il Milan e come si stia muovendo il calcio in generale“.

Sul punto di carriera al quale è arrivato: “Mi reputo nel pieno del percorso al Milan. È un’età nella quale sei arrivato nel momento in cui i prossimi anni saranno quelli probabilmente più importanti della carriera. Credo comunque sia abbastanza personale come cosa. Dai 25 ai 30 ti vedi come uomo formato, come professionista. Ho grandi ambizioni, aspettative sia per me che per il Milan che si merita di tornare ai livelli a cui siamo abituati“.

Sulla famiglia: “In famiglia siamo sempre stati tutti milanisti, tranne mia mamma che non è appassionata. Mio zio era simpatizzante juventino, quindi probabilmente se dovesse scegliere anche lei andrebbe verso la Juve, ma ora non più. Da quando sono al Milan ha iniziato ad essere rossonera anche lei“.

Sulla prima partita allo stadio: “Credo fosse Milan-Lille di Champions League. Ero nel settore verde perché costava meno e non avevo a disposizione tanto budget, ero con i miei amici. Dietro di noi c’erano i tifosi del Lille e facevamo i gradassi (ride, ndr). Avevo 10-11 anni, ci pensi perché ti piace, ma non pensi che sarà la tua vita, il tuo lavoro“.

Sulla passione per il calcio: “Ho sempre amato il senso di libertà che mi dava il giocare a calcio. Forse era quel senso di poter fare la cosa che mi piaceva di più al mondo con i miei amici. Non mi sono mai legato a cose, personaggi“.

Sul suo ruolo e l’evoluzione: “Ero un mediano di intelligenza. Giocavamo a 7, facevo il centrocampista e sono arrivato al Milan ricoprendo quel ruolo. Verso gli allievi, soprattutto con Inzaghi, ho fatto il terzino sinistro per un anno. Io mi sono adattato al ruolo. Era uno degli anni più importanti del settore giovanile. Avevo fatto talmente bene che mi confermò l’anno dopo, spostandomi a destra“.

Sul suo esordio e gli inizi in prima squadra: “Il momento dell’esordio l’ho vissuto bene, ma non è stato il momento più bello. Io volevo giocare, non il contentino per fare un minuto o due. L’anno seguente quando ero in bilico se andare in prestito o rimanere: Mihajlovic mi disse che gli stavo piacendo. Se mi dice così un uomo di calcio come lui, vuol dire che ero sulla strada giusta“.

Sull’amicizia: “Per me è fondamentale. Io sono rimasto legato ai miei amici di infanzia, perché credo siano gli unici a conoscermi davvero da cima a fondo. Ci vediamo sempre quando torno a Brescia. Sono una cosa a cui ci tengo molto“.

Sulle passioni per vini e animali: “Sono cresciuto in campagna, una zona tra animali e vigne. Era la normalità. Ho iniziato agraria, perché l’alternativa a calcio era ciò. La carriera di un calciatore non è così lunga: se va benissimo arrivi a 35/40 anni e hai ancora una vita davanti. Sicuramente dopo vorrei dedicarmi a ciò. Quando posso, mi fa piacere aiutare canili e gattili“.

Sulle figure femminile nella sua vita: “Mia mamma è la persona più importante che c’è stata nella mia vita, per il mio percorso di crescita: c’è stata in ogni tappa importante. Con mia sorella ho un bellissimo rapporto. Ilaria è la mia ragazza: è da tanti anni che siamo insieme e mi ha accompagnato in questi alti e bassi, credo non sia stato facile per lei sopportarmi“.

Sulla figura di suo padre: “Lui è stato purtroppo meno presente, ma perché ha lavorato tanto ed ero lì grazie a lui. Anche oggi che sono benestante, va ancora nei campi a lavorare perché gli piace, ha questa fame e non riesce a stare a casa tutto il giorno. Mi auguro in futuro di poter stare più in famiglia: anche io come mio padre non riuscirò a stare fermo tutto il giorno“.

Milan-Udinese: Davide Calabria e Beto (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Udinese: Davide Calabria e Beto (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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