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Kalulu e l’assist (sfortunato) per Calabria: un capitano a caccia di riscatto e… sogni

La sosta per le nazionali dà, la sosta per le nazionali toglie. Di certo non può sorridere il Milan che rischia di perdere il proprio punto fermo stagionale per diverso tempo, dato che a Pierre Kalulu è stata riscontrata una lesione muscolare al soleo del polpaccio destro dagli esami strumentali a cui si è sottoposto in mattinata.

Non è un sorriso quello che ha sul volto Davide Calabria, ma quello che gli arriva è un segnale: la sfortuna del compagno diventa una nuova grande responsabilità per lui. Il capitano di nuovo al centro del villaggio. Perché sì, è ancora il numero 2 rossonero la guida designata, a prescindere da prestazioni, infortuni e critiche ricevute.

Una stagione piena di intoppi

La prima annata di Calabria con la fascia al braccio è stata finora tutt’altro che indimenticabile per ragioni differenti. Tanti gli intoppi che ne hanno condizionato il rendimento da agosto in poi. I primi due mesi erano stati positivi sia per la squadra che per le sue prestazioni (su tutte il primo tempo contro il Napoli di Kvaratskhelia).

Il primo intoppo ad inizio ottobre, quando accusò una lesione miotendinea prossimale del bicipite femorale della coscia destra che lo ha tenuto lontano dal campo per più di due mesi. Poi il mese di gennaio, negativo per lui e per l’intero club: una prestazione negativa dietro l’altra e l’incubo di Zaccagni e Lauriente contro Lazio e Sassuolo.

Ecco allora il passaggio alla difesa a 3 che inizialmente lo ha relegato alla panchina. Un altro stop, questa volta per una lesione al muscolo dell’anca, dopo la metà di febbraio che lo ha tenuto ai box fino all’inizio di marzo, prima dello spezzone contro l’Udinese pre sosta. Stregata.

Infortuni: c’è un problema?

Un altro dei temi che vanno approfonditi è sicuramente quello che riguarda i suoi stop in questi ultimi anni. Nella prima stagione intera a guida Pioli patì un problema al menisco, ma in generale trovo una discreta continuità (39 presenze totali alla fine). Nella seconda, quella dello scudetto, incappò prima in un affaticamento muscolare e poi, durante la sosta per le nazionali, in uno stiramento al polpaccio che lo tenne fuori da metà novembre 2021 fino all’inizio del 2022 (si aggiunse poi la positività al coronavirus).

C’è un problema? Il più grande, probabilmente, riguarda la continuità che manca, soprattutto quest’anno. Una continuità che non ha saputo trovare a gennaio, complice il momento negativo dell’intera squadra e i meccanismi dispersi. L’infortunio di Kalulu, per quanto negativo, gli apre uno spiraglio per ritrovare il suo posto fisso nell’undici titolare e la sua fascia di capitano, Florenzi permettendo.

Calabria, un capitano diviso tra riscatto e sogni

Tredici sono le partite (certe) che separano il Milan dal finale di stagione: 11 in Serie A e 2 in Champions League (Napoli), tutte contro squadre italiane. Tredici gare in cui Calabria vuole trovare il riscatto anche sui detrattori che hanno impresse nella mente le prestazioni disastrose contro Lazio e Sassuolo.

Da sempre duttile, non dovrebbe riscontrare problemi ad agire da terzino destro della difesa a 3 o da quarto a destra nella difesa a 4, ovvero i ruoli che Pioli ha detto di essere nelle sue corde con questo sistema tattico.

Il grande sogno, senza troppa scaramanzia, si chiama Istanbul, là dove uno dei suoi idoli, nonché oggi direttore dell’area tecnica rossonera, 18 anni fa perse una finale in maniera incredibile da capitano. Il cammino è complicato e pieno di insidie, parlarne ora è prematuro, ma nella sua testa sarà balzato qualche volta il pensiero del primo trofeo alzato. Presto per dire quale, ma sognare non costa nulla…

Milan: Davide Calabria (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan: Davide Calabria (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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