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Il Milan e Stefano Borgonovo: il gol al Bayern che spalancò le porte della finale di Coppa dei Campioni 1990

Sono passati ormai dieci anni da quando la Sla, Sclerosi laterale amiotrofica, si è portata via Stefano Borgonovo all’età di quarantanove anni. Stefano oggi è ricordato più per la sua sfortunata e prematura scomparsa che per la propria carriera, ma negli anni Ottanta e Novanta è stato uno dei migliori centravanti italiani. Benché la sua vita sportiva abbia alternato luci e ombre, le sue qualità sono state unanimemente riconosciute e come ha scritto recentemente Andrea Schianchi sulla Gazzetta dello sport, oggi uno attaccante con le sue doti sarebbe titolare inamovibile in Nazionale.

Ha vestito tra le altre le maglie del Como, della Fiorentina e naturalmente del Milan, riuscendo a conquistare anche tre apparizioni con l’Italia di Vicini. All’epoca c’era ampia scelta nel ruolo, per il CT, tanto che si poteva permettere il lusso di tenere in panchina gente come Roberto Mancini e Andrea Carnevale. Per Stefano quindi non fu possibile ritagliarsi spazi più ampi, dovendo fare i conti, oltre ai compagni già citati, coi vari Altobelli, Schillaci, Baggio e Vialli, solo per citarne alcuni. E proprio Luca Vialli sarà in un certo qual modo causa ed effetto del suo arrivo, tardivo in realtà, al Milan.

Il primo acquisto dell’era Berlusconi

A metà degli anni Ottanta il calcio stava per vivere una transizione che l’avrebbe cambiato per sempre e a cui Berlusconi contribuì notevolmente. I Direttori Sportivi erano merce rarissima, quindi il calciomercato lo facevano i presidenti: erano loro a decidere arrivi e partenze. Il Cavaliere divenne proprietario del Milan nel febbraio 1986 e nell’estate di quello stesso anno diresse le operazioni del primo calciomercato della sua presidenza. È il nome di Roberto Donadoni a passare alla storia come primo acquisto del nuovo corso.

In realtà però Donadoni, che farà grande il Milan insieme agli altri suoi compagni tanto da meritarsi il soprannome di Invincibili, è il primo volto nuovo a vestire la maglia rossonera, perché in realtà, appena la federazione apre ufficialmente le porte al mercato, il Milan deposita il contratto di Stefano Borgonovo, giovane attaccante del Como e della nazionale under 21. Il patto con i lariani e quello di lasciare Stefano in riva al lago per un altro anno. L’affare è fatto.

Le cessioni di Mark Hateley e di Pablito Rossi obbligano però il Milan a cercarsi almeno un altro ariete. C’è un nome sulla bocca tutti, è quello dell’attaccante della Sampdoria, Gianluca Vialli. Il Milan accerchia Mantovani, il presidente dei doriani, che sfinito avvalla la cessione del suo numero nove. Timbro e firma su contratto, ricorderà Galliani anni dopo.

Ma quando insieme a Braida si recano a casa di Vialli per fargli apporre anche la sua firma nero su bianco, questi non ci pensa neanche lontanamente a lasciare Genova, così l’affare salta. Mancano solo tre giorni alla chiusura delle trattative, Borgonovo è parcheggiato a Como e in rossonero arriverà Giuseppe Galderisi, attaccante del Verona che due anni prima aveva conquistato uno storico ed imprevedibile scudetto.

Una lunga attesa

Quella 1986/87 sarà una stagione opaca sia per Borgonovo, sia per Galderisi, sia per il Milan. Nella stagione successiva Berlusconi affida la squadra a Sacchi, Galderisi lascia Milano ma non lascia rimpianti. Borgonovo secondo gli accordi dovrebbe sbarcare a Milanello, ma dopo una stagione tra alti e bassi servono maggiori certezze per l’attacco. Arrivano Gullit e Van Basten, mentre Virdis rimane in rossonero in quanto fresco vincitore della classifica cannonieri.

Così Stefano resta a Como. Un altro anno di maturazione si pensa possa aiutarlo. I Rossoneri intanto vincono il campionato, mentre per Borgonovo ancora tante, troppe incognite. Quella estate Berlusconi torna alla carica per Vialli, perché Van Basten è stato fuori per infortunio per gran parte della stagione e sembra non dare molte garanzie. La storia smentirà chi nutriva dubbi sul Cigno di Utrecht. Intanto Vialli, incredibilmente, rifiuterà nuovamente il trasferimento a Milano. Si decide allora di lasciare invariato il reparto offensivo e di girare Borgonovo in prestito alla Fiorentina.

L’esplosione a Firenze e l’arrivo all’approdo al Milan

Ed è proprio alla Fiorentina che Borgonovo vive quella che sarà la più bella stagione della sua carriera. In viola incontra un altro giovane di belle speranze, che da qualche anno sta facendo ammattire le difese della Serie A: si chiama Roberto Baggio. I due sono in perfetta simbiosi. Tra campionato e Coppa Italia realizzano insieme 40 gol. Una enormità. Nella classifica cannonieri Baggio tocca quota 15, Borgonovo 14, preceduti solo da Aldo Serena con 22, Marco Van Basten con 19 e Careca con 17. Il Milan lo richiama alla base, il matrimonio che sembrava non doversi mai celebrare, si consuma finalmente nell’estate del 1989.

Il Milan però nel frattempo ha messo sotto contratto il centravanti del Monza, Gigi Casiraghi. Benché le caratteristiche dei due siano estremamente differenti, si sta parlando comunque di due prime punte e alla corte di mister Sacchi non c’è posto per entrambi. La Juventus dal canto suo ha messo le mani su un altro giovane proveniente da Como, Marco Simone, seconda punta rapida e tecnica. È quello che serve al Milan da affiancare a Borgonovo. Agnelli e Berlusconi si scambiano i contratti, Casiraghi finisce a Torino e Simone a Milano. Sulla stampa sportiva nazionale si favoleggia già della giovane coppia d’oro del Milan che potrebbe fare furore anche in Nazionale. Le cose però andranno diversamente.

Marco Simone manterrà effettivamente le promesse e si affermerà in maglia rossonera, ma ci vorrà qualche anno per farsi largo in mezzo ai mostri sacri che affollano lo spogliatoio. Per Borgonovo l’inizio della stagione 1989/90 è scintillante. Tripletta in una amichevole estiva contro il Galatasaray e gol all’esordio in rossonero, alla prima di campionato, grazie a un colpo di testa sugli sviluppi di calcio d’angolo, seconda delle tre reti con cui il Milan supera in trasferta il Cesena. Poco più tardi con un altro colpo di testa colpisce la traversa.

Qualche curiosità. Quel giorno debutta in serie A con la maglia del Milan un altro giovane, Giovanni Stroppa, che segnerà il gol dell’uno a zero che sarà anche il primo gol in assoluto del campionato 89/90. Anche tra le fila cesenati ci sono un paio di nomi che saranno protagonisti del calcio italiano e mondiale negli anni a venire. A difendere la porta dei romagnoli quel giorno c’è un certo Sebastiano Rossi, che l’anno seguente arriverà in rossonero come portiere di riserva, divenendone poi una colonna per i 12 anni successivi. Mentre sulla panchina dei padroni di casa debutta un tecnico proveniente dalle giovanili della Sampdoria. Un signore che riporterà prima la Juventus poi la Nazionale ai vertici del calcio mondiale, il cui nome è Marcello Lippi.

Tornando a Borgonovo, non solo bagna l’esordio in rossonero con un gol, segna anche nella partita di ritorno del primo turno di Coppa Campioni, in Finlandia contro l’Helsinki, realizzando la rete della vittoria. A settembre la strada verso la sua definitiva consacrazione sembra tutta in discesa.Purtroppo i numerosi infortuni a cui Stefano è soggetto lo tengono di frequente lontano dal campo, e con il prestigio e il peso dei nomi affissi sugli armadietti dello spogliatoio diviene difficile risalire la corrente nelle gerarchie del mister.

A fine anno avrà suddiviso equamente le sue reti: saranno sei in totale, due in campionato, due in Coppa Italia e due in Coppa dei Campioni. Le due segnature in Coppa dei Campioni saranno le uniche del Milan in trasferta, in quella edizione della manifestazione. La seconda rete europea la segna a Monaco di Baviera, contro il Bayern, nella semifinale di ritorno.

Il gol che manda il Milan in finale di Coppa Campioni

Il Milan, reduce dal successo nella partita di andata per 1-0, domina in lungo e in largo anche in Germania. I Rossoneri giocano una delle migliori partite dell’anno ma non riescono a trovare il gol. Il portiere tedesco Aumann è in grande spolvero. Così quando Baresi e compagni non fanno scattare a tempo la trappola del fuorigioco, al quarto d’ora della ripresa, Strunz si trova da solo in area e realizza il gol che pareggia i conti. Si va ai supplementari. All’undicesimo minuto del primo tempo supplementare, è il Bayern ad eseguire male la tattica del fuorigioco, Borgonovo, subentrato a Stroppa, scavalca con un pallonetto l’avanzatissimo Aumann, siglando l’1-1.

La sua corsa sfrenata a raccogliere l’abbraccio dei compagni parte quando il pallone si trova ancora sospeso a mezz’aria. È il gol che manda il Milan in finale per il secondo anno consecutivo. Poco più tardi lo scozzese Mcinally riporterà in vantaggio i bavaresi, ma non basta. A Vienna va il Milan campione in carica, che disputerà così la quinta finale della sua storia. Come nel 1963 sarà il Benfica a contendergli il trofeo e come nel 63 sarà il Milan a spuntarla, questa volta grazie a un gol di Rijkaard.

Il ritorno a Firenze, poi il ritiro e la malattia

Nella sessione di mercato che si apre prima dei Mondiali di calcio, che si disputeranno in Italia, Borgonovo viene ceduto a titolo definitivo alla Fiorentina per 8 miliardi di lire. Una cifra importante per l’epoca. Nella stessa sessione di mercato però Baggio passa alla Juventus, così la coppia d’attacco che tanto bene aveva fato due anni prima non si può ricongiungere. In due stagioni a Firenze Borgonovo realizzerà solo 4 reti, poi andrà a Pescara, Udine e Brescia, senza mai più riuscire ad andare in doppia cifra, in quanto a reti segnate.

Nel 1996 a soli 32 anni lascia il calcio giocato. Fino al 2005 è allenatore nelle giovanili del Como, poi lascia il mondo del calcio per problemi di salute. Nel 2008 annuncia pubblicamente di essere malato di Sla. Il suo impegno nel sociale durerà 5 anni, fino al giorno della sua morte, il 27 giugno 2013. In programma c’è Spagna-Italia, partita valida per la Confederation Cup. Gli Azzurri onoreranno la sua memoria giocando con il lutto al braccio.

 

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