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Ambrosini: “Saelemaekers l’acquisto più azzeccato dal Milan. I protagonisti del 2022 saranno…”

Massimo Ambrosini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Gazzetta.it sul Milan e sull’anno solare 2021 dei rossoneri. L’ex giocatore e oggi opinionista di DAZN ha tirato le somme e detto la sua su quelli che potrebbero essere i protagonisti del 2022.

Direi l’anno della consapevolezza, una squadra che lungo i mesi ha consolidato le proprie certezze. Nonostante qualche momento di difficoltà fisiologica, il gruppo a quelle certezze ci si è aggrappato. Basta pensare al cammino: lo scorso campionato è stato chiuso in un modo straordinario, dopo una flessione a cui è seguita la ripresa. Anche quest’anno ci sono state flessioni, eppure in Champions è mancato un pelo al miracolo e in campionato il momento-no è stato superato con la vittoria di Empoli. E’ una squadra che è venuta fuori dai problemi ancorandosi alle proprie certezze. Un segnale chiaro che si tratta di un lavoro costruito su basi solide“.

Su cosa gli sia piaciuto di più e cosa gli sia piaciuto di meno: “Mi è piaciuta molto la sensazione di unità sotto tutti punti di vista. Un’unione tra allenatore, società, squadra e tifosi. È stata una costante che ha caratterizzato il 2021, la sensazione che tutte le componenti lavorassero insieme. La parte meno bella ovviamente riguarda gli infortuni, ma conosco bene staff e dottori e puntare il dito non è sempre il caso. In ciò che è successo c’è una parte di casualità e un’altra che chiama in causa i numerosi impegni ravvicinati“.

Sulla corsa scudetto: “Parliamo di una situazione di equilibrio generale, non bisogna farsi confondere da una partita o due che vanno meno bene. Tra essere competitivi e vincere però c’è ancora uno scalino da fare. L’Inter lo scorso campionato l’ha colmato, dando continuità“.

Sulla profondità della rosa del Milan: “Beh, l’assenza di Kjaer è qualcosa su cui fare occorre fare riflessione ovviamente. Davanti non vedo particolari esigenze, se hai a disposizione Ibra e Giroud sei a posto. Questa non è una squadra costruita per giocare con due punte. Un importante ago della bilancia in fase offensiva sarà Messias. A centrocampo superfluo dire che Bakayoko dovrà alzare il suo rendimento. A destra Florenzi è in ripresa, non vedo criticità particolari“.

Sul reparto andato in maggiore difficoltà in questa stagione: “Se Kessie verrà utilizzato ancora sulla trequarti, allora ci sarà bisogno di altre forze fresche in mediana. E poi nell’ultimo periodo si è persa un po’ di lucidità e imprevedibilità sulla trequarti. Il capolavoro di Pioli era stato la gestione in quella zona del campo: varietà di giocata, capacità di adattamento all’avversario mantenendo qualità e giocando sempre a testa alta. Roba bella da vedere“.

Sui nomi più intriganti per gennaio: “Sento dire un gran bene di Adli, che peraltro è già stato acquistato, ma mi intriga pensare che si possa proseguire a lavorare sulle certezze già acquisite“.

Un top e un flop del 2021: “Ibrahimovic ha determinato la crescita di tutti gli altri, impossibile non citarlo. E anche Kjaer, per tutto ciò a cui ha contribuito in maniera silenziosa. Sul flop passo: se analizziamo l’arco dell’anno solare, direi proprio che non c’è“.

Su Elliott: “Le proprietà transitorie nel mondo del calcio di solito non fanno molto bene, ma questa a differenza di altre ha lasciato ai dirigenti la libertà di operare nel modo migliore, garantendo anche una certa disponibilità economica. Il Milan, comunque vada a livello temporale, ne uscirà bene. Tutta un’altra storia rispetto al disastro cinese. Non vedo quindi una necessità impellente di cambiare in tempi brevi“.

Sulla demolizione di San Siro: “Lo definirei un male necessario, che provoca dolore e tristezza. Ma se l’obiettivo è quello della sostenibilità finanziaria del club, pur piangendo mi arrendo…“.

Su Maldini: “Ha avuto la forza di mettersi in discussione e imparare un mestiere nuovo. Ha dovuto andare incontro alla sua personalità e scendere a compromessi con se stesso. La persona intelligente è quella che ha capacità di relazionarsi con tutti, non è un mondo semplice. I rapporti che Paolo ha con la proprietà a me sembrano validi, lui peraltro ottimizza il lavoro individuando e prendendo gli obiettivi giusti“.

Sul rinnovo di Kessie: “Io negli anni ho maturato un rispetto profondo verso le scelte di vita a professionali altrui. Spero che riesca a scegliere senza alcun tipo di condizionamento. Posso solo dire che il Milan non è un club di fascia così inferiore rispetto a chi magari offre un ingaggio più alto. La possibilità di portare a casa 8 invece di 6 può non essere prioritaria se stai bene dove sei. Dico solo che dovrebbe pensare al Milan non come una squadra di secondo livello. Su questo argomento però io non faccio testo, ero quello che attendeva l’ultimo giorno per rinnovare“.

Su Tonali: “Quest’anno sembra quasi che giochi il fratello. Quello molto bravo. Una crescita tanto impetuosa quanto improvvisa. Che fosse bravo a giocare lo sapevamo, era più complicato scommettere sul salto di qualità e personalità. Può ancora migliorare in fase offensiva: ha nelle gambe qualche gol in più“.

Sull’acquisto più azzeccato: “Saelemaekers in termini di rapporto costo-rendimento. Qualcosa di incredibile“.

Su Ibrahimovic: “La sua presenza è una garanzia per tutti, non l’ho mai visto così ferocemente determinato nel voler incidere. Da dirigente farei fatica a non accogliere nuovamente una personalità come la sua“.

Su chi potrebbero essere i protagonisti del 2022: “Di Leao e del Diaz della prima parte di stagione. Il Brahim pre-Covid insomma. Da loro dipenderà molto del futuro del Milan perché sono quelli che hanno il margine di crescita più importante. Sono loro quello scalino di cui parlavamo prima che manca ancora al Milan per vincere e non solo per arrivare fino in fondo“.

Massimo Ambrosini - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Massimo Ambrosini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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