Yacine Adli è sempre stato sulla bocca dei tifosi rossoneri in questo anno di Milan. Tanta curiosità dopo le prove estive di un anno fa e poi pochissimo spazio durante l’intera stagione. Un oggetto misterioso per il quale in tanti si facevano domande, talvolta senza risposta. La Gazzetta dello Sport odierna ha provato a tracciare i fattori per cui il francese non abbia trovato minutaggio prima e ha anche spiegato il motivo per cui sia rimasto.
L’ex Bordeaux arrivò come soluzione per la trequarti e Stefano Pioli ha sempre ribadito la forte concorrenza in quel reparto con Charles De Ketelaere e Brahim Diaz. Solo durante l’ultima estate si è optato per un esperimento davanti alla difesa in seguito al cambio di modulo ed a situazioni particolari che hanno privato il club di Sandro Tonali (cessione al Newcastle) e Ismael Bennacer (infortunio grave). Oltre alla concorrenza, però, sono sempre state fatte valutazioni tiepide, scrive la Rosea, sulla sua intensità e sul suo approccio difensivo, punti fondamentali negli schemi del tecnico emiliano.
Il quotidiano rivela poi un retroscena riguardante tre dialoghi avuti dal francese con club e Pioli che hanno segnato la sua evoluzione. Nel gennaio scorso il primo: Adli sembrava in procinto di partire in prestito, ma il Milan gli ha detto di restare e di avere fiducia. A luglio il secondo: l’allenatore gli ha spiegato che non avrebbe fatto parte del progetto, ma lui ha deciso di restare.
A Roma nell’ultimo giorno di mercato il terzo, il più significativo, nella pancia dello stadio Olimpico prima della sfida contro i giallorossi: il giocatore non aveva ricevuto proposte forti e aveva deciso di restare, Pioli gli ha detto di essere felice di averlo in squadra nel ruolo di vice Krunic. Un lungo viaggio arrivato a Cagliari, là dove il classe 2000 può aver trovato il vero inizio.