Niente San Siro, niente La Maura, niente Milano. Il Milan si prepara a salutare la sua città e il suo stadio per il nuovo impianto. L’obiettivo numero uno di Gerry Cardinale e della proprietà rossonera è quello di arrivare presto ad una soluzione per la costruzione della nuova casa del Diavolo. L’ipotesi La Maura, la più affascinante, è crollata di fronte ai veti della politica ed ai via libera mai arrivati, così com’è stata esclusa da tempo quella sul nuovo Meazza.
La direzione sembra tracciata: il ballottaggio è tra l’area di San Donato e quella di Sesto San Giovanni. L’ipotesi Rozzano nell’area di proprietà Cabassi, quella valutata anche dall’Inter, è in terza fila. La prima convince per la viabilità ben definita e la possibilità di raggiungere il luogo con metropolitana, ferrovia e auto, oltre che per i tempi più rapidi di costruzione. L’ostacolo è rappresentato dai costi alti di sviluppo per via anche di una ferrovia da scavalcare. La seconda concerne l’area ex Falck dove sorgerà la Città della Salute e della Ricerca: lo stadio completerebbe l’opera. L’ostacolo qui è rappresentato dai costi e i tempi per la bonifica dell’area. In vantaggio San Donato, ma niente è ancora deciso.
Sono in corso trattative a più livelli, ma gli aspetti chiave saranno quelli riguardanti il prezzo dell’area e i costi relativi. L’intenzione è quella di prendere una decisione definitiva entro uno/due mesi, iniziando poi i lavori tra un paio d’anni e giocare la prima partita nella stagione 2028-29, anche se appare più probabile che invece si passi al 2029-30, in occasione dei 130 anni del club.