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Messias: “Avevo dei dubbi su di me, non mi sentivo all’altezza del Milan. Il gol contro l’Atletico mi ha liberato la mente”

Junior Messias è stato intervistato da 90min Italia per la rubrica: “Pitch Moments“. Ecco le parole del brasiliano, dal gol all’Atletico Madrid alla sua storia personale.

La rete al Metropolitano:Quel gol per me ha un significato importante. Mi erano venuti un po’ di dubbi, se ero veramente all’altezza del Milan. Mi ha liberato la mente“.

Che effetto gli ha fatto entrare a Milanello:Quando ho visto lo stemma del Milan mi sono reso conto di essere arrivato veramente nel calcio che conta, perché io ho visto il grande Milan giocare. Io mi sono innamorato di quei giocatori lì. Quando sono arrivato qua ho incontrato Ibra, una grande leggenda del calcio, ed ho capito che le cose erano cambiate“.

Cosa gli ha detto Zlatan:Eravamo a tavola, mangiavamo insieme. Mi ha detto: ‘Tu parli poco, bravo. Devi parlare di meno e lavorare di più’“.

La zia lo ha destinato al calcio europeo:Io dico sempre che la mia storia è stata scritta con le mani di Dio. Da alcuni periodi non ci credevo più. Perché ormai a 25 anni, in teoria, dovevo essere già minimo minimo in Serie C per arrivare dove sono arrivato. Invece ho iniziato nell’Eccellenza a 25 e sono arrivato“.

Primo ricordo dell’infanzia:In Brasile si impara a giocare per strada, con gli amici. Avevamo una squadra di bambini dove mi allenavo con i ragazzi più grandi. Però ad un certo punto vedevo che non trovavo più spazio. Ho detto: ‘Il calcio non è per me’“. 

Quando è tornato a pensare al calcio:Ho parlato con il pastore della Chiesa, e gli ho detto: ‘Guarda, io non voglio più giocare a calcio. Adesso voglio dedicarmi soltanto alla Chiesa, a fare le cose di Dio’. Secondo me da quel momento in poi si sono aperte tutte le porte, perché non avevo documento, perché non avevo il permesso di soggiorno. Dopo quattro giorni mi ha chiamato Ezio Rossi, per andare a fare un provino per la squadra che lui aveva preso per allenare“.

Quando è arrivata l’offerta del Crotone:Quel giorno lì non è stato facile. Infatti poi quando ho parlato con mia moglie, lei mi ha detto: ‘Ma non sappiamo cosa andiamo a trovare lì’. Ad essere sincero non volevo accettare la proposta, perché abbiamo fatto tutto di fretta. Invece, quando sono arrivato là, ho trovato tutto bellissimo. In quell’epoca lì avevamo un allenatore che è di Crotone, Antonio Soda, e lui un po’ mi ha spiegato com’è la situazione, com’era Crotone. Quindi poi mi ha tranquillizzato“.

Il suo gol contro il Trapani nel dicembre 2019:È stato un sollievo, dopo 6 mesi che ho fatto ad alto livello il gol non arrivava. Quindi quella rete lì, con assist di Giovanni Crociata, è stato un sollievo che mi ha liberato l’anima. Sono corso dai collaboratori, dai fisioterapisti, perché loro ogni giorno mi dicevano: ‘Oggi segnerai, oggi segnerai, vedrai che ti sblocchi’. Mi erano sempre vicino“.

Come cambiano le dinamiche di spogliatoio in ogni categoria:Cambiano tanto, perché se giochi per salvarti è diverso da quando giochi per vincere. Quando giochi per vincere lo spogliatoio lo vive intensamente. Il salto più grande è stato quello dal Crotone al Milan: passi dalla Serie A, a fare un campionato di vertice, a giocare la Champions League, che è il sogno di ogni bambino. Quindi lì sono cambiate completamente le ambizioni, è cambiato tutto“.

La forza mentale:Un conto è arrivare in Serie A, un conto è arrivare al Milan, che è uno dei top club del mondo. Bisogna stare sempre tranquillo, sereno, lavorare, perché quando lavori e dai sempre il massimo qualcosa viene fuori“.

Un suo gol che gli piace particolarmente:Un gol che ho fatto con il Gozzano, in Serie C. Il primo gol, contro una squadra che era una delle candidate per vincere il campionato, il Piacenza. Sono partito dalla nostra area. Calcio d’angolo, il portiere prende la palla e me la lancia, ho fatto 70 metri palla al piede. Dai 25 metri ho visto che il portiere avversario era un po’ fuori ed ho fatto un pallonetto. Uno dei gol più belli che ho fatto nella mia carriera. L’ho visto primo di entrare in campo: ho visto il portiere ed ho pensato che non fosse alto, quindi ho pensato al pallonetto“. 

La vigilia dell’esordio in Serie A:Come tutte le partite, io cerco di essere sempre concentrato e di pensare a quello che abbiamo provato durante la settimana in allenamento“. 

La sua prima volta a San Siro:È stato un momento che mi ha segnato, infatti c’è una foto in cui mi fermo a centrocampo a guardare le tribune. Lì mi è passato un film per la testa, infatti è proprio lui quello che mi è venuto in mente. Vedevo e pensavo che qua ha giocato Ronaldo O Fenomeno e adesso ci sono io. Però non avevo mai pensato che potesse diventare casa mia. San Siro ha un’atmosfera diversa dalle altre“.

Il primo gol in Serie A:Ho pensato: ‘Eh, ci sono anche qua!’. Sono arrivato anche qua, ho segnato anche qua, meno male che è arrivato nelle prime giornate e non ho dovuto aspettare 6 mesi come in Serie B, mi sono sbloccato subito“.

Lo scudetto:Ho festeggiato tanto il giorno in cui abbiamo vinto lo scudetto, che il giorno dopo non sono neanche riuscito a salire sul pullman. C’è una cosa a cui ho pensato subito: ‘Anche qua la mia storia è scritta, e scrivo ogni giorno, ma questa è una delle pagine più importanti’. Ho vinto lo scudetto, la Serie A, che è uno dei cinque più importanti campionati al mondo. Qualcosina ho fatto nella mia vita. Ho qualcosa da raccontare ai miei figli e ai miei nipoti, e soprattutto con la maglia del Milan“.

Come vorrebbe concludere la sua storia:Il Mondiale con la Nazionale, con la Seleção. Quello sarebbe il sogno completo, però lo so già che sono magari un po’ grande. La Seleção ha bisogno di rinnovare, di aggiungere ragazzi giovani. Però sarebbe il mio sogno completo“.

Il suo idolo Ronaldo:Io ogni volta che lo vedevo fermavo tutto. Potevo fare quello che mi piaceva di più, che era essere nel campetto sopra casa, ma se c’era una sua partita io fermavo tutto e andavo a vederlo“.

Un consiglio che darebbe ad un ragazzo che segue il sogno nelle categorie inferiori:Prima di tutto devi fare passo dopo passo, ci vuole sacrificio e devi persistere. C’è da imparare tanto e c’è da crescere, soprattutto mentalmente. Ci vuole anche un po’ di dono da Dio!“.

Milan: Junior Messias
Milan: Junior Messias – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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