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Maldini chiamato al salto di qualità, i punti per la svolta

Paolo Maldini sta ripetendo come dirigente la straordinaria carriera che ha vissuto da calciatore. Ha cominciato in sordina, coadiuvando il lavoro di Leonardo e vivendo soprattutto come “uomo immagine” sulla scorta di quello che aveva rappresentato in campo. Esattamente come, nei primi anni della sua carriera da calciatore, molti pensavano che Paolo giocasse nel Milan solo perché era il figlio del grande Cesare. Lui stesso in una recente intervista ha onestamente ammesso tutte le sue difficoltà e incertezze dei primi passi mossi come dirigente. Un primo salto di qualità poi, Maldini lo ha compiuto costituendo con Boban una coppia affiatata ed efficace che ha posto le basi per la costruzione dell’attuale Milan che da 10 mesi risulta, numeri alla mano, la miglior squadra italiana. Insieme Maldini e Boban hanno costruito l’ossatura del Milan con mercati intelligenti, lungimiranti e praticamente a saldo zero. Il secondo salto di qualità poi, Maldini lo ha compiuto quando Gazidis ha deciso di licenziare Boban. Paolo intuiva che il suo progetto, con Pioli e Ibra, stava per tramontare nonostante fosse appena nato. Ma nonostante questo lo ha difeso, protetto e proprio da quella minaccia interna ha costituito un gruppo eccezionale. Dentro e fuori dal campo. A quel gruppo, sempre a saldo zero, ha aggiunto elementi importanti e propedeutici a una crescita di squadra, confermandosi un ottimo dirigente sportivo.

Adesso, a 3 anni di distanza dal suo esordio, Maldini è chiamato a compiere un altro salto di qualità. A differenza di un anno fa Paolo gode del pieno appoggio della proprietà ed è forte dei risultati ottenuti. Ma dal punto di vista economico la situazione non è migliorata. E Maldini è chiamato a costruire il Milan dell’anno prossimo, un Milan che, giunti a questo punto, dovrà competere per i primi posti in campionato e presumibilmente dovrà tornare a giocare in Champions League.
La storia dei bravi dirigenti insegna che le squadre si iniziano a costruire al massimo nella primavera precedente ed è proprio questo il periodo in cui Maldini deve porre le basi per il Milan del 2021/22. Ecco quali sono i nodi principali da risolvere in ordine di ruolo:
– rinnovo di Donnarumma: Maldini è obbligato a farlo per non perdere interamente il patrimonio del cartellino più importante dell’intera rosa. Con  l’imminente scadenza, il Milan non ha praticamente più potere contrattuale, perciò è costretto ad accettare le condizioni di Raiola sull’ingaggio. Deve assolutamente provare ad estendere il più possibile la durata, per non trovarsi tra un anno nella stessa situazione.

Milan: Paolo Maldini - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Paolo Maldini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

– riscatto Tomori: è molto oneroso e per recuperare i 30 milioni necessari Maldini dovrà probabilmente operare almeno una cessione di rilievo.

– rinnovo o cessione Romagnoli: se non si crede più nelle qualità del capitano è opportuno cederlo quest’estate senza aspettare la scadenza del contratto fissata nel giugno 2022.
Attenzione perché con Kijaer che ha sempre problemi muscolari è fondamentale avere un altro centrale titolare e più bravi di Romagnoli a basso costo non ce ne sono molti.

– rinnovi Calabria e Kessiè: si tratta di due punti fermi del Milan attuale con scadenze contrattuali a breve termine (30 giugno 2022). Vanno rinnovati in fretta poiché possono essere numerosi i club interessati ad averli a parametro zero. Il discorso vale soprattutto per l’ivoriano che potrebbe strappare anche un ingaggio da Big a livello europeo.

– riscatto Dalot: costo molto elevato per il valore del giocatore. Oltretutto lo United ha già fatto sapere di volerlo riportare a Old Trafford. Andrá ingaggiato un altro terzino in grado di giocare sia a destra sia a sinistra in caso di necessità.

– riscatto Tonali e Meitè: si tratta di due operazioni di fatto “obbligate” alle cifre prestabilite, Maldini dovrá procedere, ma inevitabilmente andranno a gravare sul bilancio del mercato estivo.

– riscatto Brahim Diaz: costo molto elevato, ma il malagueño difficilmente troverebbe spazio nel Real Madrid quindi Maldini potrebbe proporrre il rinnovo del prestito puro di un altro anno alle medesime condizioni.

– rinnovo Calhanoglu: il turco pretende un ingaggio che oggettivamente va al di là del valore dimostrato complessivamente in questi anni di Milan. Ma perderlo a parametro zero tra 3 mesi significherebbe dover cercare un altro nel suo ruolo almeno di pari valore. E quest’operazione richiederebbe un esborso per il cartellino oltre a un ingaggio rilevante per il nuovo trequartista. Motivo per cui Maldini alla fine dovrà accondiscendere alle richieste di Stipic, a meno che non abbia già pronto un contratto con il suo sostituto. Magari a parametro zero: Thauvin?

– Hauge: per farlo maturare si potrebbe studiare una soluzione in prestito in una medio-piccola della Serie A per accelerarne la crescita facendolo giocare con continuità
– centravanti. Il ruolo più importante dell’attacco è il più coperto dell’intera rosa rossonera, ma paradossalmente è quello dove è più necessario intervenire.

Maldini può contare su 4 centravanti attualmente in rosa. Rebic e Leao quest’anno si sono alternati nel ruolo di numero 9 quando era assente Ibra, ma entrambi hanno dimostrato di rendere molto di più quando partono dall’esterno, soprattutto il croato. Leao ha mezzi tecnici e margini di crescita significativi, ma si fa fatica a capire quale sia la sua miglior collocazione tattica. Mandzukic non ha praticamente mai giocato, ma il Milan si è impegnato ad assicurargli un altro anno di ingaggio a 3.6 milioni netti in caso di raggiungimento della zona Champions League. E la cosa complica non poco l’integrazione tecnica ed economica di un altro centravanti nel reparto offensivo. Soprattutto perché Ibrahimovic si aspetta di rinnovare il contratto alla stessa cifra di questa stagione, cioè 7,5 milioni netti. In questo modo il Milan si ritroverebbe con due giocatori rispettivamente di 35 e 40 anni che appesantiscono di oltre 20 milioni all’anno il monte ingaggi rossonero, ma che non assicurerebbero di giocare nemmeno metà delle partite stagionali. Quest’anno Ibra ne ha giocate la metà esatta. Sicuramente Ibra sarebbe molto utile come “chioccia” per il prosieguo della crescita dei giovani, ma dovrebbe adattarsi ad avere un ruolo e un ingaggio non da “titolare inamovibile”. L’unico che può convincerlo è Paolo Maldini. E al suo posto dovrebbe cercare un centravanti da Champions. Per conoscere le ipotesi di lavoro scelte da Maldini per l’attacco dell’anno prossimo guarda l’ultimo video del canale. YouTube.

https://youtu.be/nSSIS5zYh6A

Milan: Paolo Maldini - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Paolo Maldini – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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