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Gazzetta, Madrid nel destino: Theo e Brahim, gli ex baby prodigio a caccia di riscatto

Nel giorno di Atletico Madrid-Milan, l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport dedica un focus su due giocatori rossoneri in qualche modo legati alla capitale spagnola, ovvero Theo Hernandez e Brahim Diaz. Stasera entrambi metteranno le loro qualità al servizio rossonero: Theo con il suo contributo di velocità e strappi sulla fascia, Diaz con la fantasia e l’imprevedibilità da dieci. Devono ritrovare la miglior versione di sé, ma per Pioli restano dei punti di forza: nel Milan dei record si sono conquistati un posto in prima fila. Avrebbero potuto farlo a Madrid, anni fa, scrivendo tutta un’altra storia.

Quella sportiva di Theo inizia a Majadajonda, comune a venti chilometri dalla capitale: a nove anni entra nel vivaio dell’Atletico con cui otto stagioni più tardi debutta nella squadra B, quarta divisione spagnola. Una panchina in prima squadra, nulla più: il prestito all’Alaves (con ottimi risultati) non gli garantisce il biglietto di ritorno. Almeno non nella parte biancorossa della città: per 28 milioni di euro Theo è acquistato dal Real. La cifra è galattica per un diciannovenne, il rendimento meno: 23 presenze complessive senza gol, tre volte in campo (ma una sola da titolare) nell’edizione 2017-2018 della Champions, conclusa con il trionfo in finale sul Liverpool. Il palmares personale gli assegna una Supercoppa Uefa e un Mondiale per club vinti da spettatore e una Supercoppa di Spagna con un quarto d’ora di impegno in campo. A Madrid si costruisce la fama di bad boy, pertanto sembrava eccessiva la spesa fatta due anni dopo da Maldini per portarlo a San Siro, venti milioni: qui invece Theo diventa un terzino di prima fascia,conquista la nazionale francese e costruisce un’immagine di professionista esemplare. Ora deve riscattare la brutta prova di Firenze e il pallone consegnato a Vlahovic per il gol che sabato ha chiuso la partita.

Anche per Brahim la chance Real arrivò a diciannove anni: il Bernabeu poteva diventare teatro della consacrazione. Diaz, partito da Malaga, in realtà atterrava da Manchester con il titolo di stellina del City. In Inghilterra aveva concluso il percorso nelle giovanili e si era affacciato tra i grandi con quindici presenze (e due gol) nella squadra di Guardiola. A gennaio 2019 il Real investì 17 milioni e altri 7 di bonus per portarlo in bianco: ventuno presenze complessive, due gol, uno in Liga alla Real Sociedad e uno in Coppa del Re all’Unionistas. Troppo poco per i dirigenti del Real,sufficiente ai colleghi del Milan per coglierne le potenzialità: oggi Brahim è in prestito biennale con opzione d’acquisto e controriscatto Real. Ma è in rossonero che è diventato il trequartista titolare della
squadra, il numero 10 a San Siro, il giocatore a cui è delegato il compito di accendere la fantasia della capolista. Quest’anno ci è riuscito con buoni risultati (12 presenze, 4 gol), complice anche la positività al Covid che lo ha frenato e poi limitato una volta tornato
in campo. Ha riconquistato la Spagna (convocato da Luis Enrique), ora gli basterebbe riprendersi Madrid.

Milan: Theo Hernandez e Brahim Diaz
Milan: Theo Hernandez e Brahim Diaz (Photo Credit: Agenzia Fotogramma) – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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