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Loftus-Cheek: “Pioli vuole che domino in campo, mi fa migliorare tanto. Nazionale? Il mio focus è sul Milan”

Ruben Loftus-Cheek ha concesso una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio dove ha parlato della sua carriera e dell’avventura italiana al Milan. Dopo averne letto un estratto, ecco l’intervista completa:

“Ho giocato in molte posizioni nella mia carriera ma mi sono sempre trovato bene agendo da numero 8, dove posso agire nella metà campo offensiva e incidere sulla partita con creatività e presenza fisica. Posso entrare in area di rigore, è dove ho giocato di più in questa stagione, dove mi trovo a mio agio e posso divertirmi.

Ho iniziato a giocare con degli allenatori che mi facevano giocare sulla destra nei tre di centrocampo, ho imparato a giocare sulla destra. A volte agendo da numero 10 mi ritrovo sempre ad andare sulla destra, sono abituato a stare lì, è dove mi sento a mio agio.

Pioli? Mi dà sempre dei feedback, il suo inglese sta migliorando parecchio, vuole che domini fisicamente ovunque io sia nel campo. E se riesco a portarlo al minimo e poi gli obiettivi e tutto ciò che viene in cima a quello, ma penso che prima di tutto l’obiettivo è quello di portare la mia fisicità al gioco e dominare gli avversari. Questa è la base e poi si deve migliorare. Lavoro con gli allenatori sulle analisi video delle mie partite per migliorare penso che sia molto importante avere questo strumento dove si può guardare le partite migliorare e vedere dove si può continuare a fare bene. Non è solo uno strumento per vedere gli errori ma è il modo giusto per capire cosa devo continuare a fare. 

Ibrahimovic è stato molto di aiuto da quando è arrivato, ogni partita è fuori dallo spogliatoio ad aspettarci e incoraggia tutti. Viene spesso al centro di allenamento, ci parliamo spesso, è una persona e un sostenitore fantastico da avere intorno con la sua leadership che aiuta. Vuole il meglio dalla squadra, da lui, dall’allenatore e da chiunque sta intorno. È un grande leader e motivatore per noi. Mi dice sempre di entrare in area e cercare di essere decisivo. 

Reijnders? Siamo arrivati entrambi nello stesso periodo e tutti e due parliamo inglese e stavamo conoscendo gli altri, per questo abbiamo legato. È un personaggio divertente, e ora è da poco papà e lo chiamiamo “papà Tiji”. È un ragazzo fantastico ed un top player. Non ho ancora conosciuto suo figlio ma non vedo l’ora. È una persona con cui mi fa piacere stare, è divertente starci insieme. 

Con Sarri ho giocato nello stesso ruolo, ma l’unica differenza era che ero sulla sinistra; ecco perché mi sento a mio agio per dare il meglio di me. È una delle ragioni, ma anche perché gli allenatori supportano il mio miglioramento. Durante gli allenamenti continuavano a darmi feedback ed aiutarmi. Questo è quello che ho provato con gli allenatori italiani, non ti vedono come un prodotto finito per loro puoi migliorare, vogliono sempre aiutarti. Questo l’ho visto con Conte, Sarri e Pioli. 

La tournée prima di una partita di Europa League con Sarri è stata un’esperienza frustrante perché non sapevano che dovevamo giocare la partita e abbiamo avuto un breve preavviso per volare lì e giocare su un campo non molto bello. Mi sono rotto il tendine d’Achille prima di una finale in cui sembrava che avrei partecipato. È stato fantastico che abbiamo vinto il trofeo, ma mi è mancato anche giocare ed essere un giocatore chiave alla fine. È stato un momento difficile, sì.

Lazio? Io ho sempre avuto il Milan nella mia testa, le conversazioni che ho avuto con Pioli, il fatto di come mi aveva visto giocare e cosa pensava di me come giocatore mi ha convinto a venire in questo grande club. Sono molto contento della mia decisione.

Zola? Era spesso arbitro delle nostre partite in allenamento ed era davvero pessimo. Noi giocatori non facevamo altro che gridargli contro. Erano molto divertenti gli allenamenti con lui (ride ndr).

Conte? È una persona fantastica, molto intensa ed un allenatore straordinario. Lo ricordo sempre perché non sapevo molto di lui prima che arrivasse al Chelsea. Quando l’abbiamo incontrato era molto tranquillo ed educato, poi la prima volta che è entrato in campo è l’opposto di com’è fuori dal campo. È uno molto appassionato in campo. Ci sono delle grandi differenze tra dentro e fuori dal campo. Ci dava il programma per il giorno dopo, se sei nel calcio e il tuo allenatore vuole questo devi sempre cercare di fare quello che ti chiede. Se tutta la squadra fa questo, tutta la squadra avrà successo, ed è questo quello che è successo con Conte. 

Lampard? Era un giocatore che ammiravo molto, soprattutto da centrocampista. È stato quello da cui avremmo imparato molto nell’Academy. Quando è arrivato a fare l’allenatore io ero infortunato tutta la stagione perché dovevo recuperare dall’infortunio al tendine e sono stato sfortunato. Non ho potuto giocare molto sotto la sua gestione.

Ho avuto molti problemi col mio corpo e capirne le cause è stato molto frustrante. A volte la vita è difficile, ma devi proseguire e cercare di superare le difficoltà. Ora sono in un buon momento, non sto avendo grossi infortuni e giocando parecchio, quindi sto bene.

Zidane? Ho sempre detto che è il mio giocatore preferito. L’ho guardato molto su YouTube da ragazzo, l’eleganza. Penso che il calcio oggi si concentri molto sulle statistiche. Ci perdiamo il modo in cui qualcuno gioca e il modo in cui giocava Zidane era elegante, amavi guardarlo. Non l’ho mai incontrato.

Non sono un collezionatore di magliette da piccolo, non ne avevo molte anche se potevo permettermele molte. Ora scambiamo alcune magliette a fine partita, quindi ho alcune magliette e le conservo tutt’ora. Fantastico avere la maglia di De Bruyne.

Razzismo? Non sono mai stato vittima, forse quando ero giovane una o due volte, ma ora no. Sono stato in delle situazioni dove è successo a persone attorno a mie così ho provato quello che provavano loro, non è bello. Succede ancora oggi. Io personalmente non l’ho mai subito direttamente, nemmeno sui social, non guardo molto cosa succede lì. Probabilmente è successo ma non ne sono sicuro. 

Un fulmine ha colpito la mia casa, io non ero in casa, ero fuori con i miei fratelli. Eravamo nella pre season e stavamo facendo fitness in un parco che era vicino casa mia, 15 minuti a piedi. Ricordo che siamo corsi sotto l’albero perché c’erano un sacco di fulmini e stava piovendo. Siamo tornati a casa e camminavamo sulla collina dove è casa mia. Abbiamo visto una nuvola nera di fumo sopra la casa, quando ci siamo avvicinati abbiamo realizzato che il fulmine avesse colpito la nostra casa. Abbiamo dovuto buttare giù una parte della casa e ricostruirla. Strano.

Le mie tre passioni? Mi piace tanto giocare a tennis, ma non ho avuto molte occasioni di giocare quest’anno, ci sono tante partite. Mi piace giocare quando finisce la stagione, di solito gioco con i miei fratelli che sono più bravi perché hanno più tempo per allenarsi. 

Nazionale? Mi piacerebbe molto giocare per l’Inghilterra ma il mio focus è sempre sul Milan. Penso che se andrò all’Europeo con l’Inghilterra sarà perché ho fatto bene al Milan. Vediamo cosa succede. 

Roma? Una partita fantastica da giocare, non vedo l’ora“.

Milan-Atalanta: Ruben Loftus-Cheek, Ederson (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Atalanta: Ruben Loftus-Cheek, Ederson (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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