Più di una volta mi è capitato di lanciare il telecomando per il nervoso dopo l’ennesima finezza tentata e non riuscita. Durante la consueta passeggiata a metà campo con la squadra in ripiegamento difensivo. Leao non è certo quel tipo di giocatore pratico, che si limita all’essenziale. Tutt’altro. Lo stesso Pioli all’inizio di questa stagione ha più volte sottolineato come il limite di questo ragazzo fosse proprio la concentrazione, quella capacità di “stare dentro la partita” – per usare proprio le parole del mister – per tutti i 90′.

Capacità che ad ogni modo sta migliorando di partita in partita. Quello che ormai è evidente però è che questo suo “ciondolamento”, sempre più sporadico, non è da tradurre in mancanza di voglia. L’attaccamento a questo gruppo, a questo progetto fresco e ambizioso lo dimostra quotidianamente. Le testimonianze social sono sotto gli occhi di tutti: Leao è un collante fondamentale all’interno della “gang milanista”, elemento solare e goliardico sempre presente a Milanello.

E lo dimostra anche in campo, dove in questa prima metà di stagione gira che ti rigira si è ritrovato ad interpretare un po’ tutti i ruoli. A causa della recente assenza di Hakan Calhanoglu per il Covid, il giovane portoghese con Bologna e Crotone è stato schierato da Pioli come “sottopunta”. Un trequartista atipico – con caratteristiche sicuramente diverse rispetto a quelle del numero 10 rossonero, più ordinato e rifinitore – capace però di creare la superiorità numerica con il suo spunto e anche di fornire assist al bacio come quello per il 500esimo gol di Ibra (e quello di tacco sul gol di Calabria, annullato poi per fuorigioco).

Non solo apporto in fase offensiva però. Leao ha dimostrato premura e sacrificio anche prestandosi nel primo pressing sulla ripartenza avversaria. Una cosa, questa, che difficilmente ci si sarebbe aspettato da un giocatore fino a pochi mesi fa distratto e compassato. Prima ancora del fantasista, l’ex Lione è stato impiegato come vice-Ibra. Un ruolo più idoneo alle sue caratteristiche, che – con 5 reti – ha interpretato sicuramente meglio del suo collega Rebic che partendo davanti da inizio stagione non è ancora riuscito a buttarla dentro.

A proposito di Ante, col ritorno di Calha dal 1′ sabato, Pioli si ritroverà di fronte al solito dubbio amletico: chi dei due largo a sinistra? Domanda da un milioni di euro, che già nell’immediato post Crotone gli è stata sottoposta. In questo preciso momento viene difficile privarsi di uno, Rebic, che nelle ultime due partite ha segnato tre gol. Ma complice lo scarso rendimento dei due “destri” Castillejo e Saelemaekers, quest’ultimo fino a dicembre imprescindibile, non è da escludere che il “tuttofare” rossonero venga provato pure sulla fascia opposta. Tutti avvisati, Ibra compreso: nessun rilassamento, perché oltre a Calabria c’è un altro che può giocare dappertutto!