Ci hanno sempre insegnato che il Milan è una grande famiglia, che se davvero vuoi far parte di questo mondo lo devi amare in modo viscerale. C’è da chiedersi se, dopo i casi dei vari Donnarumma, Calhanoglu, Kessie e Romagnoli, ancora questa cosa sussista. O se, invece, non sia diventato un parcheggio, un posto dove arrivare, rigenerarsi e poi andare in un posto migliore. Che sia questa l’idea che aleggia nella testa di Rafael Leao?

Milan, Leao lo ami veramente?

La domanda: caro Rafael Leao, il Milan tu lo ami veramente? O è un parcheggio, come detto prima? No perché tutto sembra, tranne che la ami, questa squadra. Che di soldi te ne ha dati, ti ha permesso di rigenerarti, da giocatore finito nelle retrovie del Lille a giocatore di caratura internazionale; ti ha donato un palcoscenico come la Serie A e San Siro; e che ti ha fatto anche giocare con continuità in Europa. Ecco, caro Rafael Leao, dicci un po’: sei come Kessie o sei meglio di Kessie?

Leao come Kessie… o forse no? 

Il futuro di Rafael Leao resta avvolto nel mistero e, ad alimentare ancora il tutto, le parole di suo padre Antonio al quotidiano portoghese Record. Il quale ha lasciato intendere come il 23enne attaccante del Milan, che andrà a scadenza contrattuale solo tra 18 mesi, di rinnovare non ne abbia proprio voglia. Altrimenti una frase come «fino alla scadenza del 2024 ci occupiamo del contratto, senza Chelsea, Barcellona o Real Madrid». Per chi ha vissuto i casi già citati prima, questo suona molto come «Milan, tranquillo io resto fino alla scadenza del contratto, poi me ne vado in una delle squadre che ti ho detto». E allora, caro Rafael Leao, io di tuo papà che dice «Ma lui adora stare in Italia. Ha una predilezione per gli italiani» io non me ne faccio nulla. Se non rinnovi, a breve, per me sei solo un altro Kessie come tanti. E ti auguro di andare in una squadra dove ti copriranno d’oro senza farti giocare.