Segna, ma non basta. È questa la breve storia di Rafael Leao, a segno in due gare su tre dalla ripresa del campionato. Una risposta – concerta ma non troppo – sul campo che non basta per convincere mister Pioli. Quello di ieri è un gol che vale un punto d’oro, un piccolo passo in avanti in una serata di nuvole e poco sole su Ferrara. Un gol che un domani potrebbe valere l’Europa, ma anche questo non basta. “Leao può ancora leggere meglio certe situazioni, ma la sua presenza sta diventando determinate“. Come il ‘bravo ma non si applica’ delle scuole, un ragazzo che resta un mistero in panchina. In panchina perché Rebic sa fare il centravanti, in panchina in attesa del rientro di Ibrahimovic. Quindi, destinato a stare in panchina. Una ripetizione che vale il concetto: per Leao non sembra esserci spazio.
Futuro. Il futuro resta quindi un mistero, con l’ombra di una possibile partenza in prestito che svaluterebbe il giocatore. L’esultanza dopo il gol di Lecce significa tanto, un’esultanza liberatoria e un dito sulla bocca che ha cacciato momentaneamente i fantasmi di una stagione incerta. Poi però le parole di Pioli cancellano simbolicamente quanto di buono visto in campo. Sicuramente il ragazzo deve crescere e saprà farlo indipendentemente dalle aspettative riposte su di lui.
Ora, però, una cosa è certa: la rete non basta. Pioli si aspetta qualcosa di più, il mondo rossonero ha bisogno di qualcosa in più. Proprio ora che il futuro di Ibra è in bilico. Un erede che tanto ha appreso e tanto potrebbe dare. Una strada spianata che sembra però in salita.