L’ex centrocampista e tecnico rossonero Christian Brocchi ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della Lega Serie A in vista di Juventus-Milan, match in programma domani sera alle ore 20.45 all’Allianz Stadium. Ecco le sue parole.
Sulla sua esperienza rossonera: “Stavamo vincendo una partita 3-0 ed a tre minuti dalla fine circa Ancelotti mi mette dentro: io entro in campo e vado a duemila all’ora. Alla fine della gara, Hernan Crespo viene da me e mi dice: ‘Ti devo fare i complimenti. Io in quella situazione avrei fatto fatica ad entrare, come fai?’. Ho frequentato il settore giovanile del Milan da quando avevo 9 anni, il mio sogno era giocare in prima squadra e ogni volta che ho avuto la possibilità di indossare quella maglia, io volevo andare forte. L’esperienza in prima squadra è stata senza ombra di dubbio emozionante, molto complicata e molto difficile perché quando mandi via un allenatore è perché ci sono problemi. La mia più grande soddisfazione è stata prendere un Milan a terra e riuscire nel giro di due mesi a giocare alla pari una finale di Coppa Italia contro una Juventus fortissima, ma a pochi minuti dalla fine dei tempi supplementari abbiamo perso la partita. La carriera di ognuno di noi è un po’ una sliding door: in quel momento lì vinci la Coppa Italia e ti cambia tutto, per me quello era il posto giusto, ma non il momento giusto“.
Su Calabria e Locatelli: “Sono due giocatori che, quando sono arrivato al Milan, erano già definiti forti. Locatelli lo sento più vicino per il lavoro che ho fatto su di lui, il fatto di averlo aiutato, di averlo indirizzato verso la professionalità giusto durante la settimana. L’emozione più grande è stata avergli fatto fare l’esordio a San Siro quando sono andato in prima squadra. Calabria è un giocatore intelligente, sa giocare a calcio. Gli mancava qualcosa dal punto di vista difensivo e secondo me è migliorato molto anche in quello. Soprattutto ha preso fiducia e il fatto di vedersi con la fascia al braccio gli ha dato qualcosa in più, glielo si vede negli occhi: non è più quel ragazzino che guarda tutti con un po’ di ‘rispetto’“.
Su Juventus-Milan: “Secondo me il Milan ha un gioco più corale e completo, ma nonostante questo le individualità hanno sempre fatto la differenza. Leao e Theo sono quelli che hanno sempre dato un qualcosa in più alla squadra: quando girano loro, tutti gli altri giocatori girano a meraviglia. La Juventus ha un gioco meno riconoscibile, fatto più di episodi: le giocate del singolo, le invenzioni di Di Maria, una sgroppata di Rabiot, una verticalizzazione di Locatelli. Per questo parlo più di individualità che di tattica. Sarà una partita determinata dagli episodi e sicuramente con un livello di tensione molto alto“.
