Gli aggettivi qualificativi per Olivier sono fortemente inflazionati. In rapporto ad età e conseguenti noie fisiche, i giocatori in grado di metter insieme l’annata che ha assemblato lui, sono davvero pochissimi. Con ancora una gara da disputare, i gol in campionato sono 12, in Champions League son stati 5 e con Les Blues son state 4 le reti realizzate in Qatar 2022.

I numeri parlano di un calciatore in crescita di rendimento, con uno score personale for the ages, battendo anche il sé stesso di 6 anni fa. Si, perché per trovare statistiche simili a queste del 2022/2023, occorre tornare alla sua penultima stagione coi Gunners (16/17), quando mise a segno 16 gol, tra Premier League, FA Cup e Coppa Campioni.

Non è solo questione di gol

Ma parlare solo di segnature sarebbe limitativo. La grandezza di Oli sta nell’atteggiamento, nell’attitudine e nell’abnegazione. Trascinatore e leader a tutti gli effetti. Due stagioni di grande livello, sportivo e umano. In un gruppo giovane come questo rossonero, personalità come la sua sono una manna. La crescita di alcuni giovani della rosa è merito anche di elementi come lui.

Il rinnovo è strameritato. In un ambiente come quello del Milan, giocatori come lui sono giustamente idolatrati. Ora la società dovrà fargli un grande favore ed affiancargli un 9 giovane che possa fargli giocare un 23/24 da protagonista, senza il senso d’urgenza di esserci per forza. Perché sappiamo quanto abbia tribolato dopo il colpo preso all’andata di Milan-Napoli di Champions e quanto quel fastidio al tendine d’Achille, unito agli acciacchi di una stagione da oltre 50 gare, abbiano condizionato comunque questo rush finale.

Il gol di ieri allo Stadium rappresenta un sigillo in ogni caso, nonostante sia ‘solo’ per il quarto posto. Una firma in calce, perché in questi suoi anni con la maglia del Diavolo, ha saputo segnare anche se non soprattutto gol pesanti e tra le big italiane mancava solo la Juve. Puntualmente ha punito anche la Vecchia Signora, lui che è un Signore prima ancora che Campione.