Non è più il suo Milan, aveva detto. Non è mai una questione di soldi con il Milan, ma di motivazioni, ha detto il suo agente Mino Raiola. Nonostante ciò Zlatan Ibrahimovic è tornato ancora a Milano, con un contratto per un’altra stagione, ed è tornato al passato riprendendosi la maglia numero 11, quella con cui aveva fatto innamorare San Siro nella prima esperienza tra agosto 2010 e maggio 2012. Due stagioni in cui lo svedese ha segnato 46 gol in 85 partite. Nella prima 21 reti, nella seconda addirittura 35 (28 in Serie A che gli sono valse il titolo di capocannoniere).
Otto stagioni di “nulla”
Dunque 35 gol per il numero 11 rossonero, esattamente quanti ne hanno segnati tutti gli altri numeri 11 che si sono alternati dopo di lui. Solo Giampaolo Pazzini – al Milan tra il 2012 e il 2015 – si è “difeso”, timbrando il cartellino 24 volte in 86 presenze. Praticamente le stesse di Ibrahimovic, ma con la metà dei gol. Dopo l’ex Sampdoria, si sono succeduti giocatori “dubbi” e malvisti da San Siro e anche qualche incognita. Nella stagione 2015/16 il numero lo ha ereditato Alessio Cerci, dopo i primi sei mesi in rossonero con la 22 – due cifre sacre per il mondo Milan, decisamente non onorate – lasciando il contatore dei gol a zero. A fine anno, inevitabile la partenza: i rossoneri non esercitarono il diritto di riscatto dall’Atletico Madrid.
La stagione successiva per i primi sei mesi quel numero fu sulle spalle di M’Baye Niang che mise a referto 3 gol in 18 partite poi, dopo il suo prestito al Watford, con quel numero giocò Lucas Ocampos, oggetto misterioso di quel mercato di gennaio e in 12 presenze non gonfiò mai la rete. L’ultimo ad averla e tenerla per poco quando Ibra era già arrivato a gennaio, “impedendogli” di prenderla è stato Fabio Borini. L’eclettico giocatore italiano in due stagioni e mezzo con quel numero ha segnato 8 gol in 75 presenze. Pur non giocando praticamente mai in attacco, suo ruolo naturale – ha fatto persino il terzino destro – è stato il terzo migliore della scorsa decade dietro Pazzini e lo stesso Ibrahimovic.
Il ritorno
In otto stagioni di alternanza dei numeri 11, un totale di 35 gol in 205 match, gli stessi che mise a segnò il solo Ibrahimovic in quasi un quinto delle presenze, in unica stagione, la 2011/12. Se esiste una maledizione del 9, imposta dall’addio di Filippo Inzaghi, anche la 11 non ha scherzato ultimamente. L’antipasto con la 21 in questi sette mesi non è stato per niente male: 11 centri in 20 presenze. Ora, Ibra se l’è ripresa per farla tornare a splendere.