Dopo anni di lavoro per riportare il Milan a chiudere il bilancio in utile, cosa che accadrà verosimilmente al termine dell’esercizio 2023, Maldini e Massara si apprestano a definire una sessione di calciomercato estiva che sarà importante, per diversi motivi. Il lavoro del club rossonero parte da lontano, grazie ad un connubio incredibile tra le richieste della proprietà, l’operato del pacchetto dirigenziale e ovviamente i risultati di squadra, che hanno portato alla vittoria dello scudetto e alla semifinale di Champions League.
Tutto abbastanza prematuro. Eppure il Milan, con fatica, lucidità e lavoro, si ritrova con in mano una base solidissima su cui proseguire il proprio cammino di crescita. Un gruppo giovane, forte, con contratti lunghi, che cresce giorno dopo giorno tra vittorie e delusioni. Un gruppo a cui presto verranno aggiunti (finalmente) nuovi importanti tasselli.
Milan vuol dire progetto
Il Milan di Stefano Pioli sta finendo di attraversare il momento più duro da quando il tecnico emiliano siede sulla medesima panchina. Confermarsi era complicato, soprattutto perché nessuno dei nuovi innesti della scorsa estate ha mai risposto presente. Nemmeno quello da cui ci si aspettava di più. E allora ecco che il Milan – dopo quello che può essere considerato l’anno di transizione tra la vittoria dello scudetto ed il consolidamento della rosa – si appresta a vivere una corposa sessione di mercato.
Grazie alla pazienza e ad un progetto in ascesa, il Milan sarà verosimilmente l’unica società a potersi permettere di spendere sul mercato estivo 100 milioni di euro. Con in mano (quasi) la Champions League, il prestigio riacquisito e la voglia dei possibili nuovi innesti di vestire la maglia rossonera.
Il club di Via Aldo Rossi è pronto a raccogliere i frutti dopo anni di sacrifici, nei quali ha fronteggiato le dirette avversarie riuscendo addirittura a vincere, con un budget spesso ridotto ai minimi termini. È momento di investire, di crescere, con la consapevolezza di aver fatto già tanto, ma non abbastanza. All’estero si chiama progetto. In Italia, fino ad oggi, utopia.