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Il Milan non impara dai propri errori: in attacco è già emergenza

Nessuno si senta tradito da quello che stiamo per scrivere, ma è innegabile come ci sia qualcosa di contorto in questo club. Perché il Milan non impara dai propri errori? Perché, ancora una volta, ci ritroviamo con la coperta corta in attacco? Sia ben chiaro, non parlo di numero di giocatori a disposizione di Stefano Pioli, anzi. Lì non ci sarebbe molto da dire, si gioca con una punta effettiva e ce ne sono ben quattro (Giroud, Origi, Ibrahimovic e Rebic). Qui parliamo di qualità dei giocatori, quella che può fare la differenza sia in campo nazionale, sia a livello europeo.

Il Milan non impara dai propri errori, in attacco non c’è nessuno

Partiamo dai numeri: analizzando la rosa di quest’anno del Milan, si può notare come ci siano, di fatto, quattro giocatori che possano coprire il ruolo del centravanti. E se su Olivier Giroud c’è ben poco da dire, dall’alto delle sue 38 presenze stagionali condite da ben 13 gol (otto in campionato e cinque in Champions League), sugli altri si potrebbe aprire un capitolo enorme. Il grande vecchio Zlatan Ibrahimovic, a meno di clamorosi scenari, dovrebbe chiuderla qui a fine stagione: ha senso un altro campionato come quello attuale? Finora, per lui, quattro presenze stagionali contro Atalanta, Fiorentina, Salernitana e Udinese, con un gol all’attivo proprio contro i friulani. Ha giocato, di fatto, un mese solo, dal 26 febbraio (giorno della sfida all’Atalanta) fino al 18 marzo (Udinese-Milan 3-1). In totale, appena 144 minuti per lui: no, così non va. Caro Zlatan, meglio chiuderla qui.

Milan-Salernitana: Zlatan Ibrahimovic e Mattia Lovato (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Salernitana: Zlatan Ibrahimovic e Mattia Lovato (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Ibrahimovic si ritira, ma il Milan non impara dai propri errori: che fare con Origi?

Divock Origi, arrivato in estate a parametro zero dopo l’esperienza al Liverpool, ha sul groppone un contratto con il Milan fino al 30 giugno del 2026 a quattro milioni di euro netti a stagione. Un salasso, cifre assolutamente fuori portata se si calcola il suo reale valore in campo: 30 gare disputate (23 in campionato, sei in Champions League e una in Supercoppa italiana), molte delle quali solo spezzoni; e la miseria di due soli gol realizzati, contro il Monza (22 ottobre 2022) e contro il Sassuolo (29 gennaio 2023). Ha senso un giocatore del genere a cifre del genere? 

Milan: Divock Origi (photo credit: Ac Milan)
Milan: Divock Origi (photo credit: Ac Milan)

Il futuro di Rebic: il Milan ha già deciso

Infine Ante Rebic: prime due annate da protagonista, quest’anno comprimario e spesso assente ingiustificato. I suoi numeri? Inquietanti: 29 presenze totali (21 in campionato, una in Supercoppa italiana e sette in Champions League) e tre soli gol, la doppietta all’Udinese alla prima giornata di campionato, il 13 agosto, e la marcatura messa a segno di fronte all’Empoli (1 ottobre). Poi, il nulla cosmico: caro Milan, il problema attaccanti si ripete come ogni anno, dai tempi di Higuain e Cutrone. E questa cosa, se da una parte fa riflettere, dall’altra fa anche arrabbiare i tifosi. Non c’è nulla, davvero, che si possa fare?

rebic
Milan: Ante Rebic (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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