Tre rossi, nove gialli, 36 falli, una rissa. I numeri di Lazio-Milan non sono esattamente da calcio spettacolo, tre punti tutt’altro che belli ma importanti su cui però nelle ultime ore si è scatenato un dibattito accesissimo. Punto cruciale della questione è l’espulsione di Luca Pellegrini, provocata da Christian Pulisic mentre il laziale Castellanos si trovava a terra. Episodio che ha fatto imbufalire la sponda biancoceleste e sollevato accuse di antisportività nei confronti del fantasista americano, peraltro vittima di commenti osceni sui social, tra insulti ai familiari e minacce di morte.
Pulisic-Pellegrini e il precedente della Lazio di Sarri
Tagliamo subito la testa al toro: non c’è nulla, a norma di regolamento, che possa essere imputato a Pulisic. È l’arbitro a dover interrompere il gioco in caso di uomo a terra, una regola chiara che lo stesso Sarri ricordava con straordinaria puntualità nel post partita di un Lazio-Inter del 2021, quando con l’interista Dimarco a terra la squadra biancoceleste continuò a giocare andando poi a realizzare il gol del 2-1 con Felipe Anderson. Cosa è cambiato da allora? Semplicemente Sarri e la Lazio si sono ritrovati dall’altra parte della barricata e si sa come funziona in Italia, dove la sportività viene invocata solo quando si è vittima di un presunto torto.
Salernitana-Milan e il gol di Candreva con Tomori a terra
Di antisportività, ad esempio, nessuno si era sognato di parlare qualche mese fa, durante Salernitana-Milan: il gol del momentaneo 2-1 dei padroni di casa venne realizzato mentre Fikayo Tomori – poi costretto a uscire e fermo ai box per mesi, dunque un problema fisico vero senza nessuna esagerazione – si trovava a terra in mezzo al campo. La Salernitana continuò a giocare come se nulla fosse segnando con Candreva e sui giornali del giorno dopo nessun accenno sulla questione sportività. Curioso, visto che nel post Lazio-Milan addetti ai lavori e giornalisti hanno sentito l’impellente bisogno di “tirare le orecchie” a Pulisic. Sportività a intermittenza, a seconda del colore delle maglie.
Il caso Pulisic e la comunicazione del mondo Milan
Da questo punto di vista l’atteggiamento della società desta qualche perplessità. La linea scelta è quella di non parlare di arbitri e quant’altro, attenendosi a quanto accade sul campo, una scelta che però espone il Milan agli attacchi del “fuoco nemico”. Ogni qual volta un episodio gira a favore dei rossoneri – persino quello di ieri, che nemmeno episodio vero e proprio si può definire – l’attenzione mediatica è enorme, quando invece si tratta di qualcosa che danneggia Pioli e co. tutto passa in sordina. Attaccarsi agli arbitraggi come tanto piace a qualcuno non è ciò che ci auspichiamo, ma a volte far sentire la propria voce è doveroso per mettere a tacere certe stupidaggini.