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Il calo dei singoli e il coraggio di cambiare per ritrovare ritmo e identità. I casi Calha e Calabria

Sono diversi gli aspetti che non stanno funzionando nelle ultime settimane. Non è mai facile metter mano su qualcosa che apparentemente si è rotto. È un processo delicato che però da qualche parte ora dovrà cominciare, perché il senso di emergenza, e la classifica, ci dicono che la rotta deve cambiare già domenica sera.

Guardando le partite saltano all’occhio ameno due elementi macroscopici che già solo determinano, il primo è la distanza tra reparti. Da squadra corta e reattiva, siamo passati ad esser spesso lunghi e pigri. Il secondo è una conseguenza, ed è il linguaggio del corpo a volte scoraggiato, esattamente l’opposto di quel che abbiamo visto per mesi.

Emblematiche poi sono le prestazioni di alcuni singoli. Su tutti prenderemmo in esame Calhanoglu. Da quando ha smaltito l’infezione di coronavirus non abbiamo ancora visto il 10 a cui ci eravamo abituati. Passaggi sbagliati, letture non corrette e una certa lentezza nel prendere decisioni palla al piede. Sta crescendo atleticamente, perché il secondo tempo in Europa League l’ho ha visto di nuovo allungare il pressing, ma è troppo poco. Se il Milan è arrivato a quello standard prestazionale fino a dicembre è sopratutto merito del trequartista turco. Non ci sarà una crescita del gruppo senza una sua crescita.

Per altri aspetti un altro giocatore un po’ perso e pur sempre simbolo della stagione di questo Diavolo, è Calabria. Dopo il giallo preso con Crotone che non gli ha fatto, volontariamente o meno, prendere parte alla trasferta di La Spezia, non abbiamo più visto il sacro fuoco di Davide. La sua capacità di accorciare immediatamente sull’esterno offensivo avversario cambia molto tutta la fase difensiva. Finché non tornerà quella brillantezza e quella determinazione, non ritroveremo certi automatismi.

Anche solo analizzando questi due singoli, c’è un ulteriore problematica, e riguarda i sostituti. Calha non ha un vero e proprio cambio perché è un giocatore atipico, ma Diaz spesso ha giocato in quella posizione e non averlo avuto in questo periodo negativo del turco, purtroppo pesa. Mentre per il ruolo di esterno basso a destra, si fatica a capire perché si continui con Dalot in alternativa a Calabria e non si dia più fiducia a Kalulu. Il giovane ex Lione ha più le caratteristiche dell’assaltatore e per il modo di interpretare il ruolo sembra più adatto per questo Milan.

Sono tanti gli aspetti da modificare, ma è indispensabile ritrovare intensità e ritmo. Servono anche scelte coraggiose, ma sopratutto coerenti. Cambiare i singoli per ritrovare il gruppo.

Milan: Hakan Calhanoglu - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Milan: Hakan Calhanoglu – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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